Tra i vari interventi apparsi nei giornali locali sul progetto di ospedale unico della Bassa padovana è significativo quello di Vanni Mengotto, presidente della Conferenza dei Sindaci dell'Aulss 17 (la Piazza del 27 ottobre). Nel suo intervento si precisa che:
1) i posti saranno 615 e non 450 perché 165 saranno dislocati tra Conselve e Montagnana per le funzioni di lungodegenza e riabilitazione;
2) l'ubicazione a Schiavonia è baricentrica ed è stata scelta da esperti di fama (ing. Costa, archh. Fabbris e Canini);
3) Schiavonia si trova in vicinanza del percorso della nuova Strada regionale 10 in corso di realizzazione e della linea ferroviaria;
4) Schiavonia sarà servita dalla futura metropolitana di superficie e ci sarà una fermata ad hoc;
5) l'opera è finanziata al 60 per cento e il restante 40 per cento può essere ricavato dalla vendita delle strutture esistenti;
6) può essere fatto un ulteriore risparmio con una "particolare forma di acquisizione delle attrezzature ospedaliere".
Premetto che la Regione avrebbe dovuto collocare un ospedale di un certo livello già da 30 anni a questa parte invece di disperdere i soldi pubblici in tante "piccole infermerie", di cui qualcuna pericolosa per la nostra salute e fonte di portatori di handicap. Aggiungo: è ovvio dire che un ospedale nuovo efficiente ed efficace sarà senz'altro migliore dell'attuale dislocato in quattro stabilimenti con doppioni spreca denaro pubblico.
Mi limito ad osservare che se (e sottolineo "se"):
a) le Ferrovie dello Stato fanno una nuova fermata o spostano la Stazione di Monselice,
b) partono i lavori della nuova Srada regionale 10,
c) verrà fatta la metropolitana di superficie con fermata ad hoc,
d) dalla vendita delle attuali strutture esistenti si recuperano i 90 milioni di euro (il 40 per cento mancante) senza far cadere i costi sui Comuni e quindi sulle tasche dei cittadini "azionisti" e clienti-utenti del servizio (intanto, nella relazione degli esperti manca la valutazione di eventuali vendite delle attuali strutture),
se si verifica tutto questo, sarebbe assurdo respingere una tale struttura.
Naturalmente si dovrebbe prevedere che i 165 posti per riabilitazione e lungodegenza non siano ubicati solo a Conselve e Montagnana , ma anche a Monselice ed Este; inoltre sarebbe il caso di attivare una diffusa e appropriata riabilitazione domiciliare collegata a tanti altri servizi socio-sanitari (come il sindaco Mengotto ricorda, nella relazione degli esperti sopraccitati sta anche scritto che sono 40 i miliardi di lire/anno che si potrebbero investire visto che ora si sprecano per mantenere l'attuale scadente servizio ospedaliero).
La particolare forma di acquisizione delle attrezzature ospedaliere può essere attivata "già da ieri", se porta risparmio.
Mi permetto di osservare, inoltre, che anche l'attuale ospedale di Monselice si trova in posizione "baricentrica". I costi della sua eventuale ristrutturazione (per renderlo nuovo),con la previsione di opportune strade di accesso, avrebbe dovuto costituire una attenta analisi da parte degli esperti per capirne la fattibilità e l'eventuale risparmio. Dal punto di vista istituzionale e di metodo è molto grave che ciò non sia stato fatto: come cittadino non sento garantite le regole. Ma anche a parità di costi probabilmente la realizzazione sarebbe stata più celere, avrebbe eliminato molti "se" e avrebbe evitato operazioni di compra-vendita laboriose nelle quali si sa quanto si spende per l'acquisto e non si sa quanto si ricava dalla vendita.
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Graziano Burattin
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Risponde Tino Bedin
È indispensabile continuare a tenere vivo il confronto sul progetto dell'ospedale unico per la Bassa padovana: a forza di parlarne, infatti, si rischia per dare per acquisita la soluzione, che è invece ancora assai lontana, proprio perché manca una parte rilevante del finanziamento. Anche il finanziamento annunciato inoltre non è così certo, viste le condizioni della finanza sanitaria sia regionale che nazionale. I lunghi tempi di realizzazione di questo progetto rischiano, proprio in assenza di certezze finanziarie, di farne un'altra delle incompiute che da Montagnana a Conselve il centrodestra sta lasciando in tutta la Bassa.
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