Gentili Signori, vi scriviamo per sottolineare la quantomeno incresciosa situazione in cui versiamo.
Siamo circa 600 giovani laureati in Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche, partecipanti ad un concorso bandito nell'ottobre 2002 dall'Agenzia delle Entrate per l'assunzione a tempo indeterminato di 950 funzionari area C1, che prevedeva l'effettuazione di due prove scritte, otto mesi di tirocinio con borsa di studio pari al 70% dello stipendio previsto per la qualifica professionale per cui si concorreva, e una prova finale orale (prevista dal bando come colloquiale, ma poi trasformatasi in una sorta di esame universitario) su una notevole quantità di materie: diritto tributario, diritto civile e commerciale, elementi di diritto amministrativo, elementi di diritto penale,
contabilità aziendale, organizzazione e gestione aziendale, scienza delle finanze, elementi di statistica.
Durante il tirocinio siamo stati sottoposti al giudizio di direttori e tutor, per dimostrare la professionalità acquisita. Abbiamo cambiato due Uffici Locali all'interno della regione per cui abbiamo concorso, il che per molti di noi ha significato cambiare casa e città con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Abbiamo avuto da più parti promesse, comprensione per il nostro stato, manifestazioni di soddisfazione per il nostro operato durante l'esperienza formativa; in molti all'interno dell'Agenzia delle Entrate ci hanno incoraggiato e chiesto fiducia perché stavano facendo il possibile per risolvere i nostri problemi.
Ma, sorpresa delle sorprese, lo scorso anno l'Agenzia delle Entrate ha indetto un altro concorso per l'assunzione con contratto formazione lavoro di altri 1000 funzionari area C1 sempre con tirocinio teorico pratico, questa volta di sei mesi, ma con stipendio pieno, e tutti i diritti che noi non abbiamo mai avuto: contributi previdenziali, straordinari, riposi compensativi e premi di produttività.
Durante lo scorso mese di luglio abbiamo svolto l'esame finale, abbiamo sostenuto il colloquio su tutte le materie previste dal bando e si è conclusa la procedura concorsuale, in base ai risultati della quale avremmo maturato il diritto all'assunzione a tempo indeterminato.
Se le stranezze riscontrate fino a quel momento ci avevano impensierito, quello che è successo da allora ha cominciato davvero a preoccuparci.
Ci è stato detto che per il 2004 la legge finanziaria aveva imposto il blocco delle assunzioni sia a tempo determinato che indeterminato, e così nonostante avessimo diritto alla stipula di un contratto a tempo indeterminato dovevamo avere pazienza. Dopo averci lasciato a casa senza lavoro e stipendio per 4 mesi, ci è stato proposto un nuovo contratto della durata di circa 6 mesi (dal 15/9/2004 al 28/02/2005), dalla natura non ben definita (post-tirocinio o completamento formativo?), ma che in concreto prevede un progetto formativo con Italia Lavoro, organo del Ministero del Lavoro: stipendio al 90%, ancora niente contributi previdenziali (che se per i lavoratori sono un diritto ormai per noi sono una specie di utopia), nessun diritto sindacale, disciplina del tutto peculiare delle assenze, ecc. Però una cosa era chiara: il contratto era solo un escamotage in attesa della Finanziaria 2005 che avrebbe sbloccato le assunzioni.
E ora che la Finanziaria ha confermato il blocco per il 2005 e che il provvedimento è destinato ad essere ulteriormente prorogato, che cosa sarà di noi?
Siamo stanchi, finora abbiamo fatto il nostro dovere e adesso che chiediamo delle risposte dall'Agenzia ci viene detto: "non dipende da noi, purtroppo sono scelte politiche".
Ok, sono problemi comunque dovuti a scelte governative, su cui l'Agenzia può (forse) ben poco. A tutt'oggi la nostra situazione è più che precaria, lavoriamo da più di 12 mesi senza aver mai avuto alcun contributo previdenziale, senza un vero contratto di lavoro, senza una parvenza di diritto, e dal 28-2-2005 saremo mandati a casa, arrivederci e grazie, nonostante abbiamo diritto ad un contratto a tempo indeterminato.
Non siamo un costo ma un investimento! Siamo tutti giovani laureati. I nostri curricula sono notevoli, con esperienze professionali o di studio di altissimo livello.
Abbiamo scelto questa strada perché, come recitava il bando di concorso, "orgoglio di servire lo Stato in una delle sue organizzazioni più prestigiose ed importanti" (stante la funzione a cui l'Agenzia adempie) può davvero fare la differenza rispetto ad un altro impiego, pubblico o privato.
Ora vorremmo che l'Agenzia onorasse il suo sinallagma nei nostri confronti, prospettandoci almeno un contratto a tempo determinato, in attesa di quello a tempo indeterminato. Si, perchè i problemi politici possono pure impedirle di stipulare quest'ultimo, ma certamente non possono vietarle di assumerci a tempo determinato, con tutti i diritti degli impiegati tout court, e non solo gli obblighi. La formazione va bene, e tanta buona volontà di formarci è addirittura lusinghiera. Ma qui non si sta più parlando di formazione. Si sta parlando di lavoro. Di obiettivi da raggiungere. Di piani di ferie da concordare con gli altri colleghi, per colmare eventuali vacanze di personale. Insomma, il progetto formativo con Italia Lavoro poteva pur essere un escamotage già difficilmente digeribile in prima battuta, ma riproporcelo sarebbe davvero umiliante. Vogliamo un contratto di lavoro quanto meno a tempo determinato. Lo vogliamo subito. Riservandoci di tutelarci nelle sedi legali più opportune, qualora l'Agenzia perseverasse nel suo atteggiamento, e rifiutasse di stipularlo pur continuando a bandire altri concorsi e ad assumere, pur con altre procedure, altri funzionari.
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I tirocinanti di Italia Lavoro vincitori del secondo concorso tirocinio per 950 funzionari Cat.C1
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Risponde Tino Bedin
Voi avete individuato la strada immediata anche se provvisoria, l'assunzione a tempo determinato, che l'Agenzia delle Entrate può ragionevolmente percorrere sia per realizzare gli obiettivi operativi della stessa Agenzia che hanno motivato il vostro lungo tirocinio, sia per dare una prospettiva alla vostra situazione professionale. In questo senso sostengo la vostra posizione anche con un'interrogazione parlamentare, che presentato subito.
Resta tuttavia, assai grave, la schizofrenia di una governo che da una parte dà all'Agenzia delle Entrate delle missioni e dall'altra procede in maniera indiscriminata a tagli di risorse e a blocchi di assunzioni. Uno dei difetti più gravi della Finanziaria per il prossimo anno, ma anche di quella per il 2004 e delle altre del governo Berlusconi, è proprio la mancanza di un progetto: si fissano criteri, tetti e tagli uguali per tutti, senza così indicare né ai cittadini né alla pubblica amministrazione la direzione verso la quale si vuole andare, le scelte con cui imboccare la strada dello sviluppo.
Questa assenza di strategia finisce quasi sempre per danneggiare in primo luogo i giovani (sia che si tratti di ricercatori universitari o di funzionari dell'Agenzia delle Entrate): li tiene infatti lontani dalla professione per cui si sono preparati ed impegnati, con gravi conseguenze per la loro vita ma anche per il rinnovamento della comunità.
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