Docenti di francese

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 7 ottobre 2004

La progressiva riduzione delle cattedre
Nessuna risposta alla domanda di lavoro
degli insegnanti precari di francese

Serve una legge che prenda atto della situazione


Egregio Senatore, siamo docenti di francese della provincia di Padova, questa volta più numerosi. Ci siamo rivolti a lei già una volta e abbiamo trovato disponibilità; ora le chiediamo di portare avanti la nostra "causa" presso gli organi competenti, rivolgendo loro la domanda alla quale ancora nessuno, nonostante i nostri appelli, ha dato risposta soddisfacente.
Ci è stato detto che ormai è tardi per muoversi, ma noi rispondiamo che stiamo lavorando da qualche anno per salvare un posto di lavoro che ancora non c'è, dopo più di dieci e, per alcuni, 15 anni di servizio.
Nel mese di ottobre 2003 una nostra delegazione è stata ricevuta dalla dottoressa Sabella, Dirigente del CSA di Padova, che ci ha assicurato la sua attenzione nei confronti della nostra materia al momento dell'assegnazione della seconda lingua straniera nelle diverse Scuole Medie inferiori, senza saperci dare dati precisi. Siamo tornati nella primavera del 2004, ma non abbiamo avuto ulteriori indicazioni.
Abbiamo saputo che altri si erano preoccupati di proporre un'equa distribuzione delle lingue straniere e questo ci rincuora, ma all'inizio di un nuovo anno scolastico ci ritroviamo a verificare che le disponibilità per la lingua francese sfiorano il "minimo storico", sia per quanto riguarda la graduatoria A245, (dove figurano tre cattedre e quattro spezzoni superiori alle sei ore) sia per la A246 (dove sono disponibili tre cattedre e uno spezzone superiore alle sei ore). Se consideriamo soltanto il francese, rimaniamo in molti, inseriti nelle graduatorie permanenti, ad attendere le chiamate dei Dirigenti scolastici, mentre, al momento delle convocazioni, il 17 settembre 2004, abbiamo saputo che le graduatorie provinciali di lingua spagnola sono esaurite e che rimangono ancora delle disponibilità. Siamo davvero dolorosamente stupiti, soprattutto se pensiamo che negli ultimi anni non ci sono state assunzioni a tempo indeterminato, nonostante i pensionamenti.
Consideriamo legittimo assicurare l'insegnamento di tutte le lingue europee, ma siamo in ansia per il nostro futuro di lavoratori, dato che, come già fatto presente in una comunicazione precedente, vista l'età e gli anni di servizio già prestati, non prevediamo altra possibilità di occupazione. L'utenza considera la lingua francese ormai superata, nonostante essa sia una delle lingue ufficiali dell'Unione Europea: dall'esame della situazione ci sembra che, anche da parte degli organi competenti in materia, si dia credito a questa opinione.
Arriviamo finalmente alla domanda: quali sono le prospettive di questi professionisti, che hanno prestato la loro opera per anni con la certezza del licenziamento a giugno e la speranza della riassunzione a settembre, permettendo così allo Stato di coprire posti vacanti senza l'onere della retribuzione estiva? È possibile analizzare attentamente la situazione dei docenti precari inseriti in prima (e seconda fascia), per le varie classi di concorso, con particolare riguardo agli insegnanti di francese?
   

Un gruppo di precari
inseriti in graduatoria provinciale di prima fascia A245 e A246
Risponde Tino Bedin

All'interno della insostenibile situazione dei precari della scuola, la condizione degli insegnanti di lingua francese ha una sua angosciante specificità: mano a mano che passano gli anni questi insegnanti, invece di avvcinarsi alla stabilità del posto, vedono sfumare il lavoro. La lingua francese non è più considerata dalle famiglie un veicolo internazionale; pur essendo una delle lingue di lavoro dell'Unione Europea, non ricuote neppure l'interesse come seconda lingua straniera, visto che le viene preferito lo spagnolo. A questo punto, più che una risposta all'interno di graduatorie di posti, sempre più ridotte, servirebbe una risposta legislativa, capace di prendere atto della situazione e di dare a questi insegnanti il lavoro che si sono meritati per la professionalità e il servizio che hanno finora garantito alla scuola. Non so se questo governo ha la forza ed il coraggio di prendere questa decisione. Temo che non lo farà, magari trincerandosi dietro la scusa che la Francia si potrebbe offendere...


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7 ottobre 2004
di-394
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Tino Bedin