Precari della scuola

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 18 settembre 2004

I punteggi per le graduatorie dei precari nella scuola
Non riconoscere il servizio militare
è discriminante per chi l'ha fatto

Conta già per l'età pensionabile


Caro Bedin, ho letto la tua lettera sulla scuola (Lettera dal Senato 88) e in gran parte capisco e condivido quanto dici. Non mi trovo però d'accordo sul tuo "stracciarti le vesti" perché il ministro aveva proposto di valutare come anzianità lo svolgimento del servizio militare. È vero che le donne non possono svolgerlo, ma possono insegnare nel frattempo, mentre chi fa un sevizio obbligatorio per lo Stato non può insegnare! E lui sì che si troverebbe svantaggiato per aver svolto il servizio!
Non sono un militarista ma ho fatto il servizio militare: forse oggi, se dovessi rifarlo e potessi scegliere, farei quello civile; ma questo non importa. Ritengo che chi ha svolto il servizio militare obbligatorio ha servito lo Stato almeno come chi ha insegnato a scuola: e lo ha fatto gratuitamente, tra l'altro.
È chiaro che insegnare è un'altra cosa e che facendo il servizio militare non si matura esperienza specifica d'insegnante, ma siccome probabilmente fanno punteggio i servizi nelle biblioteche, nei Comuni e nelle Regioni, i corsi di specializzazione, le doppie lauree che probabilmente non servono a niente, credo che anche aver fatto il servizio militare possa costituire "anzianità" per chi aspira ad un posto statale, specie se da decenni fa il precario della scuola e non è in gioco quel minimo d'esperienza che occorre.
Tutt'al più che facciano degli esami seri, a punteggio, della preparazione, in modo da assumere i più preparati, anche se di solito i sindacati sono contrari alla cosa perché temono "interferenze politiche (chi è senza peccato scagli la prima pietra...), ma per il punteggio mi pare che non riconoscere il servizio militare è discriminante per chi l'ha fatto!
   

Bepi Faccini
Risponde Tino Bedin

Grazie per queste osservazioni: una delle ragioni del mio dialogo con i cittadini sulle questioni parlamentari è anche di verificare se nel mio lavoro riesco a cogliere ed interpretare la maggioranza delle opinioni e delle esperienze delle persone che rappresento.
Anch'io ho fatto il militare, in Aeronautica, da aviere. Mi sono congedato con il "grado" di aviere scelto (che nell'Esercito era il caporalmaggiore); "grado" conquistato un po' per l'anzianità, un po' per l'attenzione che ho dedicato anche a questo servizio, svolto avendo in mente forse non la Patria, certo la nostra comunità. Era il tempo tragico del terrorismo in Italia e le caserme costituivano bersagli.
Ti racconto questo perché nella mia osservazione sulle graduatorie dei precari della scuola non c'era assolutamente il disconoscimento del servizio di leva. Trovavo invece singolare che il servizio di leva facesse punteggio per una graduatoria che non ha nessuna attinenza con l'attività militare.
Il riconoscimento della "anzianità lavorativa" maturata con il servizio militare è un principio ed un diritto consolidato. Il periodo della leva è riscattabile a richiesta in funzione dell'età pensionabile. Il riscatto è gratuito. Anch'io, come milioni di italiani, me lo ritroverò al momento in cui andrò in pensione. Insomma lo Stato riconosce che per un certo periodo hai svolto una funzione pubblica il cui valore è almeno pari a quello della tua professione civile ed attraverso il sistema pubblico di previdenza provvede a rendere concreto questo riconoscimento, indipendentemente da quale sia il tuo lavoro.
Tu ora ci proponi il riconoscimento di una anizanità specifica già durante l'età lavorativa, con una serie di obiezioni che hanno fondamento, in particolare in merito alle pari opportunità tra persone di sessi diversi. Ne terrò conto, perché l'osservazione è di carattere generale e non si applica solo alla scuola e agli insegnanti. Proprio la generalità della possibile applicazione è tuttavia - a mio parere - un elemento di debolezza della tua obiezione. Per restare solo nell'ambito della scuola, qualcuno potrebbe applicare il principio al personale di ruolo, il che comporterebbe la revisione delle anzianità di tutto il personale maschile, in relazione alle progressioni stipendiali.
Insomma la questione non è proprio semplice: né come l'ho presentata io né come l'hai proposta tu.


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24 settembre 2004
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Tino Bedin