Iraq, Francia e Italia

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Albignasego (Padova), 3 settembre 2004

Mentre il terrorismo in Iraq colpisce anche la Francia
Il governo francese e quello italiano
così diversi di fronte ai sequestri

Per Berlusconi gli ambasciatori dovevano essere rappresentanti di commercio


In questi giorni si sta consumando in Iraq un'ennesima tragedia: due giornalisti francesi (Cristian Chesnot e Gorge Malbrunot) sono tenuti in ostaggio da terroristi irakeni che minacciano di ucciderli se la Francia non revocherà la legge sul divieto d'indossare il velo nelle scuole. In questo momento i due giornalisti sono vivi e mi auguro che siano rilasciati al più presto senza danni.
I miei sentimenti sono di profondo dolore per tutte le vittime del passato e di trepidante speranza per gli attuali sequestrati. Sto vivendo la stessa angoscia che ho già provato in occasione dei tragici eventi che si sono conclusi con il barbaro assassinio di Fabrizio Quattrocchi e, più recentemente, di Enzo Baldoni. L'aspetto più paradossale che emerge è che si infierisce su uomini che non sono "parte in causa" nella guerra irakena e sono assolutamente estranei a qualsiasi atto di violenza.
Quest'ultima vicenda, che ha coinvolto due cittadini francesi, mi ha dato l'occasione di fare alcune riflessioni sulla sostanziale diversità di comportamento fra il governo francese e quello italiano.
Il presidente Jacques Chirac è apparso in televisione per esprimere la posizione della Francia con autorevolezza, dignità e senso dello Stato, senza appellarsi alla scelta fatta, dal proprio governo, di contrarietà alla politica anglo-americana in Iraq. Quindi, il suo primo atto concreto è stato quello di inviare in loco il proprio Ministro degli esteri per tentare la liberazione dei due concittadini. Il nostro capo del governo, invece, in tutti e due i casi italiani si è "defilato" ed il nostro ministro degli Esteri, nel caso di Quattrocchi, ha preferito partecipare alla trasmissione televisiva "Porta a porta", campo di battaglia molto più congeniale, dove ha appreso "in diretta", unitamente a tutti gli Italiani, della tragica uccisione del nostro connazionale. La differenza non è da poco!
   

Nicola Signore
Risponde Tino Bedin

Quando si prese anche il ministero degli Esteri, Silvio Berlusconi disse agli ambasciatori che dovevano fare gli agenti di commercio dell'Italia e che quello era il loro compito più apprezzabile. Non era così. Tragicamente non è così in queste settimane.
La diplomazia internazionale è lo strumento per costruire solidarietà e rispetto. La Francia ha creduto nella sua diplomazia.


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12 settembre 2004
di-388
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Tino Bedin