Italiani in Iraq

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Venezia, 1 settembre 2004

La differenza tra uno statista e un vacanziere
Confronto fra Chirac e Berlusconi
nella risposta ai sequestri

L'isolamento dell'Italia nello scacchiere mediterraneo e in quello europeo


Caro senatore Bedin, Chirac, nelle ore immediatamente successive alla diffusione del video sugli ostaggi francesi in Iraq, convoca il primo ministro e concorda con lui l’attivazione di tutte le forze diplomatiche, investigative e culturali del Paese. Indirizza poi alla nazione un messaggio che è un capolavoro di dignità e di penetrazione psicologica. Nessun appello ai meriti acquisiti dalla Francia nell’attuale congiuntura mediorientale; nessuna manifestazione di vittimismo o di orgoglioso risentimento, ma solo il richiamo a quel valore della tolleranza che è garanzia per tutti: per i francesi come pure per gli islamici che costituiscono oggi il 10 per cento della popolazione.
Ora, che ti fa il nostro Berlusconi? Tutto intento a scegliere la bandana giusta, egli non si sogna neppure di rinunciare a un giorno di vacanza. Trova del tutto naturale che il suo ineffabile ministro degli esteri continui la sua “prestazione” circense a “Porta a Porta”, anche dopo l’annuncio della morte di Quattrocchi. Affida a qualche scagnozzo (ce ne sono tanti nelle sue ville!) la redazione di un anonimo comunicato stampa colmo di proclami reboanti, in cui si afferma “maschiamente” che “Non ci lasceremo intimorire” e che “Resteremo in Iraq fino a quando Allawi ce lo chiederà”.
   

Gino Spadon
Risponde Tino Bedin

Anche nella tragedia di Baldoni è emersa l'inconsistenza di qualsiasi politica estera della Destra italiana: l'isolamento sia nello scacchiere mediterraneo che in quello europeo ha appiattito la posizione italiana sulle decisioni dell'amministrazione americana. Non dico che una posizione diversa avrebbe salvato la vita del giornalista italiano (il terrorismo non risponde a logiche politiche), ma anche questa tragedia sarebba stata comunque l'occasione per ampliare il dialogo e il confronto in modo da evitare il ripetersi di situazioni drammatiche.


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7 settembre 2004
di-385
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Tino Bedin