Italiani in Iraq

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Selvazzano Dentro (Padova), 4 settembre 2004

La maggioranza insiste nella sua posizione menzognera
Lavaggio del cervello sulla presenza italiana in Iraq
Una scelta sbagliata in politica estera: anche per questo occorre cambiare governo


Gentile sen. Tino Bedin, leggo su "Il Gazzettino" di mercoledì 1 settembre 2004 un articolo ("UE più unita contro i terroristi") a firma Renato Brunetta, a proposito dei due giornalisti francesi rapiti in Iraq, che tra l'altro afferma che: "Con la guerra irachena - che, non lo si ricorda abbastanza spesso, era ed è una guerra per la democrazia e contro il terrorismo... Il nostro Paese infatti firmò, insieme ad altri Paesi la Lettera degli Otto con cui si volle portare solidarietà all'alleato americano".
Assolutamente inutile, credo, continuare a insistere da parte dell'attuale governo e/o di suoi componenti con motivazioni del tipo "per la democrazia e contro il terrorismo", come se volessero sottoporci a un persistente lavaggio del cervello. Potrebbero invece fornire i dati di quante vittime civili ha subito l'Iraq dall'inizio del conflitto/invasione, e di quanto si sia estesa in tutto il mondo l'infausta attività dei terroristi di matrice islamica in questi ultimi due anni.
Desidero inoltre chiederLe, in quanto componente della Commissione Difesa del Senato - nel senso che trattasi di materia di sua competenza -, se a suo tempo o successivamente sia stata pubblicamente data notizia (e, ovviamente, comprensibile spiegazione dei contenuti) della firma da parte del nostro Paese della citata "Lettera degli Otto", magari nel contesto dell'insistente, menzognera affermazione che l'Italia si trova in Iraq in missione di Pace.
Aggiungo, infine, a proposito della reiterata minaccia da parte di gruppi terroristici iracheni legati ad Al Qaeda - purtroppo spesso avveratasi - di uccidere nostri connazionali rapiti se, tra le altre richieste, non viene mandato via dal governo lo "sciocco e arrogante" Silvio Berlusconi, che non è in nessun caso competenza né diritto esprimere una tale richiesta o imposizione da parte di un qualsiasi Paese straniero, tantomeno di gruppi terroristici. Ci auguriamo comunque - intendo la maggioranza degli italiani - di poterlo "mandare via" in un (speriamo) prossimo futuro attraverso il voto.
   

Fiorenza Valentini
Risponde Tino Bedin

Il governo ha a suo tempo riferito - su sollecitazione delle opposizioni - al Parlamento sulla scelta di campo a favore degli Stati Uniti nella guerra irachena, con il conseguente indebolimento di una posizione europea comune. Nel corso della guerra il governo di Destra ha progressivamente adattato gli scopi proclamati della missione militare al mutare del quadro istituzionale, ma all'origine c'è appunto la "Lettera degli Otto" e la volontà di preferire la compagnia americana ad un ruolo in Europa.
Questo mutamento della politica estera italiana è una delle ragioni per le quali è indispensabile che gli italiani cambino con il voto il governo: non abbiamo bisogno di intimidazioni e di atti terroristici. Abbiamo costruito una democrazia solida e sappiamo usarla.


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5 settembre 2004
di-384
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Tino Bedin