Egregio senatore Tino Bedin, sono un giornalista italiano che lavora a Lima e che conosce il vostro impegno per la pace e la giustizia.
Insieme a varie ong italiane e altre realta socio-ecclesiali impegnate in Perù abbiamo preparato questo documento per appoggiare il processo legato all'applicazione delle raccomendazioni della Commissione della Verita CVR, appoggiando il popolo peruano a costruire percorsi di vera democrazia, participazione dal basso, giustizia e verita...
Visto che siamo riusciti a far approvare una dichiarazione del governo italiano in appoggio alla CVR,
pensando al vostro legame con la societa civile, vi chiedo con urgenza di prendere in considerazione questo documento nella speranza possiate aderire.
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Cristiano Morsolin
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Risponde Tino Bedin
Aderisco senz'altro al documento delle Organizzazioni non governative, impegnate nel sostegno della verità e della riconciliazione in Perù. La verità è uno dei diritti essenziali per le singole persone e per le comunità e sono la premessa di ogni pacificazione.
Per i lettori di Euganeo.it riporto alcune parti del documento da me sottoscritto.
Siamo varie organizzazioni della società civile italiana che da più di 20 anni lavorano per sostenere l'effettiva democratizzazione di un Perù plurietnico e multiculturale, appoggiando sopratutto il processo di sviluppo dei soggetti piu' emarginati come le donne, i popoli indigeni, i minori di strada e lavoratori, i settori poveri della citta' come della Sierra andina e della Selva amazzonica.
Il nostro modo di "fare cooperazione" è intenderla e praticarla come espressione di una solidarietà e di uno scambio tra Nord e Sud del mondo che sia spazio di cittadinanza, che sia scelta di giustizia.
È a partire da questa prospettiva di ricerca della giustizia, che consideriamo necessario esprimere nuovamente il nostro sostegno al processo avviato dalla Commissione della Verità e della Riconciliazione - CVR.
L'impegno del Governo italiano nel rafforzamento di questi processi di crescita e radicamento democratico dovrebbe quindi, nel pieno rispetto della politica interna del Perù e attraverso i vari e diversi strumenti di politica estera, di cooperazione e di collaborazione culturale, stimolare le iniziative di diversi settori istituzionali presenti nel paese per non mancare l'appuntamento storico rappresentato da un' analisi seria e profonda sulle cause e conseguenze della vicenda che ha insanguinato il Perù. Un' analisi compiuta da una entità imparziale, con un mandato istituzionale e composta da personalità di prestigio, quale la Comisión de la Verdad y la Reconciliación.
Consideriamo che la riconciliazione nel Paese andino è rappresentata dal riconoscimento della dignitá delle vittime; dal rispetto per il dolore dei sopravvissuti e familiari; dal ritrovamento dei corpi dei "desaparecidos" e quindi dalla sedimentazione e "chiusura" di un lutto sospeso e impossibile da elaborare; dal risarcimento morale e -in alcuni casi- anche tangibile alle vittime innocenti della violazione di diritti umani.
Si suggerisce quindi di utilizzare tutti gli strumenti di cui è dotato il Governo italiano per favorire il processo di riaffermazione della memoria storica, riconciliazione nazionale, riconoscimento, dignificazione e risarcimento delle vittime.
Si sottolinea come non manchino strumenti anche innovativi, quali per esempio il Fondo italo-Peruviano, entità bi-nazionale che gestisce le risorse economiche generate dalla operazione di conversione del debito pubblico peruviano con l'Italia. E' possibile e positivo dare una attenzione particolare alla tematica anzidetta, per una quota di tale Fondo, sapendo che la lotta alla povertà passa anche per tali processi e che le principali vittime della violenza degli anni Ottanta e Novanta in Perù, sono come detto contadini poveri delle zone andine e comunità indigene.
Una sinergia per esempio, tra l'operazione di riduzione del debito e il F.I.P., e l'agire delle istituzioni culturali italiane in Perù, delle ong italiane presenti, inoltre, potrebbe rappresentare una qualificante modalità per stimolare risposte proprie della società peruviana.
Come ONG italiane presenti in Perù da molti anni crediamo esista una continuità oggettiva tra ricostruzione di vicende e storie personali di violazione dei diritti umani, che hanno coinvolto migliaia di persone, riappropriazione della memoria storica di un ventennio oscuro, e rafforzamento di un processo di transizione democratica che -nella sua vulnerabilità- rappresenta l'unica garanzia perchè il Perù sia attore di stabilità, pace e garanzia del rispetto dei diritti umani e degli accordi internazionali.
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