Foresta amazzonica

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Vigonza (Padova), 31 luglio 2004

Gravi conseguenze per gli abitanti e per l'ecosistema
La selva amazzonica destinata al mercato del legname
Il governo italiano però dà cattivo esempio con le emissioni ad effetto serra


Il Parlamento brasiliano è in procinto di votare un progetto di legge che ridurrà la superficie della selva amazzonica al 50% della sua estensione attuale.
L'area che sarà deforestata ha la dimensione di circa 4 volte la superficie del Portogallo e viene proposto di destinarla principalmente all'agricoltura e all'allevamento bovino. Tutto il legname che si ricaverà sarà venduto nel mercato internazionale come "chips" (assi) da grandi compagnie multinazionali.
Si può dichiarare con certezza che il suolo sul quale cresce la selva amazzonica è inutile senza il suo manto boschivo. Ha un'acidità molto elevata e la regione e molto suscettibile ad inondazioni. Attualmente più di 160.000 kmq di terra deforestata rimangono abbandonati e in processo di convertirsi in puro deserto.
La riduzione della massa boschiva (per convertirla in assi) inoltre comporterà un significativo incremento della quantità di biossido di carbonio nell'atmosfera, che a sua volta peggiorerà l'alterazione climatica che colpisce il pianeta.
Semplicemente non possiamo permettere che tutto questo accada.
   

Catia Facco e Cipriano Mazzola
Risponde Tino Bedin

Con alcuni senatori mi sono già attivato nei confronti delle autorità brasiliane, anche se com scarsi risultati. Devo dire del resto che le preoccupazioni e le proteste che arrivano dall'Italia appaiono poco credibili agli occhi dei brasiliani, e non per colpa dei cittadini ma del governo italiano. Proprio qualche settimana fa il governo ha inserito un articolo nella legge comunitaria che riguarda le emissioni di gas ad effetto serra: la quasie sclusiva preoccupazione del governo è stata di consentire alle imprese di produrre, magari ricorrendo agli "scambi" di emissioni. Ho votato contro quell'articolo, sottolineando che è inutile fare cooperazione internazionale se poi si va a danneggiare l'ambienti dei paesi impoveriti.


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1 agosto 2004
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Tino Bedin