A sentire le novelle Cassandre di destra, di centro e anche di sinistra, sull'inopportunità del ricompattamento delle opposizioni nel voto riguardante il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq, viene da pensare che (finalmente) è stata intrapresa la buona strada per liberare l'Italia da questa destra irresponsabile, bellicosa e codarda.
Che cosa ha a che vedere lo schieramento del centrosinistra con l'America neocon di Bush, con i suoi valori neo-coloniali di crociata memoria, con i suoi deliri di onnipotenza?
Niente!
Ed allora appare salutare, oltre che opportuno, prenderne le distanze poiché nessun vero cambiamento è stato posto in atto dall'Amministrazione americana ma solo qualche aggiustamento di facciata per semplice calcolo elettoralistico in vista delle elezioni di novembre, che il notaio Berlusconi è subito corso a ratificare con compiaciuta e complice sudditanza. Augurandoci che il nostro Paese non debba pagare un tributo molto più alto di quello che ha già pagato per la leggerezza dell'essere del suo presidente del Consiglio.
La strada mi sembra ben tracciata...
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Cipriano
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Risponde Tino Bedin
Lascia effettivamente stupefatti la pretesa di "professori" e "sapienti" sui comportamenti degli eletti dall'Ulivo: pretendono che noi ci facciamo carico delle ragioni dell'America di Bush e non delle ragioni dell'Italia che è contraria alla guerra preventiva e alla "esportazione" forzata della democrazia. Sono gli stessi "professori" che poi vengono ad insegnarci le ragioni del distacco tra la gente e la politica. Oltre alle obiettive e fondate ragioni di politica estera, che ho cercato di delinarea nel mio intervento in Senato nel dibattito sull'Iraq, il voto unitario del centrosinistra è positivo proprio perché riduce le distanze tra gli eletti e i cittadini che li hanno votati: cittadini che vogliono appunto la pace e l'unità del centrosinistra.
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