Forze armate soccorso aereo

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 1 maggio 2004

La delusione dopo il servizio militare volontario
Un'ottima preparazione nel soccorso aereo
resta inutilizzata nella vita civile

Sbocchi professionali interessanti sono la condizione per il volontariato nelle Forze Armate


Il colonnello Barichello come ex ufficiale dell'Aeronautica richiama alcune sue considerazioni riguardo alle recenti vicende nazionali ed internazionali. Io come ex ufficiale dell'Aeronautica in congedo e come ex ragazzo di Monte Venda(S.A.R.), come egli ci definisce nel suo articolo, desidero solo richiamare l'attenzione nei confronti di un altro problema nostro, interno e tipicamente italiano: la perdita ed il totale disinteresse delle Forze Armate verso coloro che svolgono volontariamente e per libera scelta un sevizio professionale qualificato che poi puntualmente si perde nel nulla, per colpa di normative macchinose ma tuttora esistenti.
Mi riferisco, come nel mio caso, a tutti i professionisti del Soccorso Aereo, come il sottoscritto, che dopo tre anni di servizio non trovano nessun impiego e nessuno sbocco alle loro provate e collaudate capacità e ripiegano poi in lavori sì dignitosi ma che nulla hanno a vedere con l'addestramento e la conoscenza aquisita sul campo ed all'effettiva utilità che potrebbero impiegare ad oggi anche nel campo civile.Sembra incredibile a dirsi, ma noi sosteniamo un concorso nazionale altamente selettivo per essere arruolati come ufficiali, un corso di formazione e poi un secondo corso con esami presso il reparto di assegnazione, ma allo scadere della leva non ci sono possibilità di sbocchi professionali quando una simile qualifica (costata tantissimi soldoni ai contribuenti)viene buttata al vento perché il macchinoso e perverso sistema dei concorsi prevede altre quote di impiego.
Io spero che il sen. Bedin comprenda il motivo di questa lettera, tre anni vissuti nei vostri splendidi Colli Euganei non sono molti ma bastano a laciare nel cuore di chiunque la motivazione di combattere non per le guerre di cannone e baionetta, ma per quelle in cui ogni militare che si è distinto in compiti di Stato a livello civile, e non posso dimenticare tutte quelle missioni di ricerca e soccorso dispersi in montagna, equipaggi e aeromobili, trasporto organi ed equipe mediche, ricerche in mare, interventi di aerocooperazione internazionalee e di appoggio nel trasporto organi che ho svolto o coordinato, vadano perdute come un lontano ricordo di dieci anni che furono. Lei ha la possibilità di portare all'attenzione del Governo questi fatti, la possibiltà di cambiare le norme, la possibilità di ridare la speranza a tutti quelli come me che si sentono ancora utili per il proprio Paese e per la Società.
   

Francesco Spiga
Risponde Tino Bedin

Un singolo parlamentare non ha tutte le "possibilità" che Francesco Spiga mi attribuisce. Il problema sollevato è tuttavia di interesse generale, non solo legato all'esperienza personale: per questo non mancherò di svolgere tutte le iniziative che sono nella facoltà di un senatore per dare risposte alla situazione descritta.
Si tratta infatti di rendere "produttivo" il servizio militare professionale il più a lungo possibile e a vantaggio dell'intera comunità nazionale. Gli sbocchi dopo il servizio militare volontario costituiscono uno degli elementi di incentivazione alla carriera militare; non a caso l'indagine della Commissione Difesa del Senato vi ha dedicato una specifica attenzione. Ora che si sta per giungere alla fine della leva obbligatoria la questione va affrontata con intelligenza ed urgenza dal governo e dal parlamento.

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4 maggio 2004
di-362
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