Lucia Annunziata e Berlusconi

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Venezia, 26 febbraio 2004

Dire "no" a quest'arte furbescamente seduttiva di Berlusconi
Guardate che po' po' di tifoso c'avete come Presidente
Fa tutto tranne che il presidente del Consiglio


Caro Senatore, c'è grande scandalo in questi giorni intorno all'intervento di Lucia Annunziata. E da più parti si sente dire: "Ma che s'è messa in testa questa brava donna. Possibile che non capisca che Berlusconi ha tutto il diritto di parlare della squadra che gli appartiene"? Ebbene, no dice la Lucia.
E con lei dicono no tutti quelli che hanno ben capito quale sia la strategia del Cavaliere. Una strategia che consiste, principalmente, nel far credere agli Italiani, che lui li incarna tutti. Come loro, infatti, sbaglia i congiuntivi, confonde Remolo con Remo, racconta barzellette audaci, vanta conquiste femminili, detesta la burocrazia, disprezza i politici mangia a ufo, odia quanto sa di leggi e di pandette, cerca di non pagare le tasse e protesta se gli dicono cornuto (vedi la bella esternazione col primo ministro danese). In questi giorni, per soprammercato, dice loro: "Guardate che po' po' di tifoso c'avete come Presidente". E giù a discettare di punte, contropunte e ali tornanti.
Ora è a quest'arte furbescamente seduttiva che dice NO la coraggiosa Annunziata. Non ne può più, non ne possiamo più, di queste omologazioni dal basso che distraggono un popolo dai problemi che lo assillano e umiliano tutti coloro che hanno dignità e ragione.    

Gino Spadon
Risponde Tino Bedin

Mano a mano che passano i giorni ci si accorge che il "restauro facciale" di Berlusconi è stato solo l'inizio di un "ritorno all'antico splendore" (come si dice, appunto dei restauri) per un personaggio che vuole far credere che non è in politica diretta da 10 anni, che non governa da tre, che non ha suoi rappresentanti da molti più anni in grandi regioni e per raccontare questa bufala fa tutto tranne che il presidente del Consiglio.
Con quale vantaggio per gli interessi degli italiani ogni famiglia lo può misurare nella borsa della spesa.

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29 febbraio 2004
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Tino Bedin