Cementificazione

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Saletto (Padova), 12 dicembre 2003

Si finisce con la trasformazione radicale del paesaggio
Viviamo come se non facessimo parte
dell'ambiente

La politica da sola non è in grado di cambiare la situazione


Che cosa succede quando l'uomo volontariamente ignora le «retroazioni» dei propri interventi sull'ambiente e sulla natura? Accade che cementifica, costruisce dighe e cambia i corsi d’acqua, immette in aria sostanze che modificano clima e microclima: si muove cioè nell'ambiente come non ne fosse parte. Salvo poi ricorrere a periodiche full immersion in mondi incontaminati, dove grazie al "bagno di natura" lava via tutto ciò che è complicato e avverte come estraneo. 
Parlando di ambiente e partendo da un approccio culturale nuovo, che ha come fulcro il paesaggio, una realtà complessa che costituisce il centro della nostra percezione, è impossibile pensare ad un empty world, un mondo vuoto all'interno del quale uomo e ambiente vengono separati, e dove l'uomo attutisce fino a farle scomparire tutte le retroazioni, cioè quanto l'intervento umano sulla natura restituisce all'esecutore, l’uomo stesso.
«Nella nostra civiltà l'uomo, non sentendosi più parte dell'ambiente, interviene su di esso tenendolo lontano da sé, ed è questa la causa dei tanti problemi ambientali che ci troviamo oggi a dover affrontare. Il problema non sta nella decisione se intervenire o meno sull'ambiente, accelerando o frenando il progresso, quanto nei modi con i quali si interviene, determinati dalla concezione dell'ambiente, e quindi del paesaggio. Il paesaggio è ciò che noi percepiamo, una realtà complessa costituita da proprietà materiali, energetiche e concettuali».
Così è l'uomo, che non può agire sull'ambiente senza sentirsene parte e senza la consapevolezza che la sua esistenza è ad esso legata. Noi invece pensiamo ed agiamo sullo spazio fisico in cui viviamo senza alcuna interfaccia che colleghi uomo e ambiente, e ci troviamo circondati da una realtà ambientalmente sbilanciata. «L'esempio sotto gli occhi di tutti è la cementificazione, causa di problemi quali lo smaltimento dell'acqua piovana, e di una trasformazione radicale del paesaggio».    

Lucio Pasotto
Risponde Tino Bedin

È ancora fortemente prevalente nella nostra società l'idea di uno sviluppo che non valuta i costi non iscritti a bilancio. La trasformazione radicale, a volte irreparabile per generazioni, del paesaggio è unodi questi costi, che però bisognerà prima o poi pagare. La politica può aiutare ad accrescere la consapevolezza in questa materia, ma la prima scelta è culturale, per molti aspetti etica, è deve essere fatta dalla società nel suo insieme.

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24 dicembre 2003
di-324
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Tino Bedin