Gentili Senatori, in questi giorni si sta votando al Senato una legge che mi sta molto a cuore: quella in tema di procreazione medico assistita.
Al fine di farLe capire la posizione di chi è particolarmente interessato al tema essendone destinatario diretto degli effetti, ho sentito il bisogno di raccontarLe la mia storia.
Ebbene, mi chiamo Angela, ho 32 anni, vivo a Monza in provincia di Milano e di professione faccio l’avvocato. Ho conosciuto mio marito, Marco, sui banchi di scuola all’età di 18 anni mentre frequentavamo il liceo scientifico.
Provengo da una famiglia di operai ed è per questo che durante l’università ho fatto qualche lavoretto che mi aiutasse a pagarmi gli studi ed a mettere via un po’ di risparmi per comprarci una casetta.
Comunque ci sono riuscita!
Mi sono laureata e sono diventata avvocato con grande gioia dei genitori che hanno visto realizzare un sogno che a loro non è stato concesso di realizzare non avendo avuto la possibilità economica di studiare. Mi sono spostata il 2 giugno 2001 all’età di 30 anni. Non giovanissima, quindi, in quanto prima di poter coronare il nostro sogno abbiamo terminato gli studi, cercato lavoro e messo via qualche piccolo risparmio.
Subito dopo il matrimonio abbiamo cercato un figlio. Ne volevamo 3 o anche 4! Pensavamo meglio avere più figli con jeans non firmati ma felici di vivere in una bella famiglia ricca di amore e di valori piuttosto che un solo bimbo pieno di giochi e bei vestiti ma senza fratelli.
Non abbiamo aspettato tanto nel cercare un figlio anche perché dopo 12-13 anni di fidanzamento eravamo più che convinti del nostro impegno e del nostro amore.
Il figlio però non arrivava ed è per questo che nonostante i medici consiglino di fare esami solo dopo aver aspettato almeno 12-18 mesi, noi dopo solo 9 mesi abbiamo deciso di fare degli accertamenti.
E’ stato così che abbiamo scoperto che mio marito, Marco, che è sempre stato sano come un pesce e che proviene da una famiglia in cui nessuno ha mai avuto problemi di sterilità, ha scoperto di avere problemi di numero, forma e motilità degli spermatozoi. Il verdetto per noi è stato crudele: NON POTRETE MAI AVERE UN FIGLIO NATURALMENTE.
Unica soluzione ricorrere alla procreazione medico assistita o più tecnicamente ad una icsi!
Questa notizia è stata una delle più dure della mia vita anche perché prima di quel momento non sapevo nulla in materia di procreazione medico assisitita. Non avevo mai conosciuto direttamente nessuno che fosse stato costretto a ricorrere ad una icsi.
Dopo aver sentito dentro di me un senso di angoscia profonda e di morte nel cuore ed aver pianto per giorni e giorni accanto ad un marito distrutto dall’impossibilità di dare la vita ad un figlio che tanto desiderava, ho deciso di reagire. Mi sono consultata sul tema, ho letto, ho fatto ricerce approfondite, ho capito cos’è la soppressione di ovulazione, la stimolazione, il pick up, il transfer, insomma ho imparato a conoscere tutto ciò che viene fatto per affrontare una icsi, una fivet, una ivi...
Non solo! Insieme a mio marito abbiamo cercato di curare il suo problema che abbiamo scoperto essere un banale varicocele (per dirla in termini non scientifici una vena varicosa a livello testicolare che aumenta la temperatura a livello dello scroto distruggendo gli spermatozoi) che avrebbe dovuto esser operato verso i 18 anni ma che lui non sapeva di avere in quanto asintomatico.
Abbiamo comunque chiesto di fare l’intervento per il varicocele perché prima di ricorrere ad una procreazione assistita volevamo fare tutto il possibile per riuscirci naturalmente.
Per le varie visite ed esami abbiamo speso un quantitativo di soldi che nessuno può immaginare, abbiamo conosciuto medici che giocano con la vita dei pazienti, abbiamo conosciuto medici molto seri, abbiamo visto coppie piangere dal dolore e coppie piangere dalla gioia, insomma ne abbiamo passate davvero tante. L’amore reciproco e la fede però ci hanno sempre sorretto.
Nonostante abbiamo fatto tutto quello che era umanamente possibile per risolvere il problema a noi tutto ciò non è servito a nulla. La soluzione per il nostro problema è ancora solo ed esclusivamente la ICSI.
Con questa e-mail vorrei farLe sapere che le persone come noi che sono costrette a ricorrere a queste tecniche non lo fanno con superficialità ma con grande coscienza e senso di responsabilità.
Questa materia deve sicuramente essere regolata ma quello che state approvando è un testo che, mi creda, contiene troppi errori. Mi permetta di dirLe che tale legge è talmente restrittiva da vanificare ogni nostra speranza. Con le tecniche attuali abbiamo solo il 25-30 % di possibilità di farcela con il nuovo testo meno del 10 per cento. Saremo quindi costretti ad andare all’estero a fare ciò che in Italia ci viene negato.
Forse io e mio marito faremo altri sacrifici pur di andare all’estero a provare. Faremo un altro mutuo per affrontare i costi. Ma mi chiedo: come faranno quelle coppie che guadagnano solo 1.000-2.000 euro al mese? Come faranno a fare la icsi se ogni tentativo costerà 7.000-8.000 euro e le possibilità di riuscirci saranno così basse?
Io non so se Lei ha conosciuto direttamente cosa prova una donna che si sottopone ad una icsi, cosa prova un uomo a sapere che non riesce naturalmente a donare la vita, cosa prova una coppia che non può avere figli a sapere che stanno approvando una legge che impedirà che la sicenza possa aiutarli.
Io non so Lei da che famiglia provenga, se economicamente agiata o meno. Io proprio perché provengo da una famiglia di operai, ho ben chiaro cosa significhi fare i conti a fine mese e sapere che non ci sono soldi da destinare a cose diverse se non al mutuo o alla spesa.
Mentre esprimerà il Suo voto in Senato, La invito a ricordarsi che dietro questa legge ci sono delle persone che stanno soffrendo. Noi non cerchiamo un figlio ad ogni costo! Noi cerchiamo solo di dare la vita!
Anche io e mio marito crediamo in Dio, preghiamo Dio e lo rispettiamo. Rispettiamo ogni altra creatura esistente al mondo ed ogni futura vita che Dio e la scienza vorranno donarci.
Una legge sul tema della procreazione deve essere sicuramente fatta ma non è questo secondo me il testo giusto. Raccontare in poche righe ciò che vivono le coppie che ricorrono alla procreazione medico assistita è impossibile ma se Le interessa saperne qualcosa di più io sono a Sua completa disposizione.
Più che parlare degli errori giuridici di questa legge ho preferito dimenticare di essere avvocato e di parlarLe con il cuore.
Mi scusi se Le ho sottratto del tempo ma ci tenevo a farLe conoscere la mia opinione su un tema che potrà cambiare oltre che la mia vita e quella di mio marito, anche la vita di molte altre coppie.
Le sarei grata se volesse far conoscere la mia storia anche ad altre Sue colleghe e Suoi colleghi in Senato.
Forse la mia opinione non servirà a molto ma sono contenta di aver dato il mio contributo.
|
Angela
|
|
Risponde Tino Bedin
Gentile signora Angela,
non è una scelta facile quella a cui anch'io dovrò contribuire tra martedì e mercoledì prossimi in Senato. So da tempo che non è facile. Legiferare sulla carne di donne concrete come è lei, legiferare sulla sofferenza e sulla speranza di coppie come Angela e Marco non è come decidere in astratto sull'aliquota dell'Iva.
Non so se alla fine la decisione cui arriveremo potrà mettere insieme sofferenze, speranze e bene comune. Per parte mia questo sarà il tentativo.
La ringrazio della sua lettera. Poiché comunque è salvaguardata la riservatezza della sua persona, ho pensato che sia bene che anche altri la leggano, come lei stessa mi suggerisce.
|
Partecipa al dialogo su questo argomento |