Egregio senatore, come Lei sa, le crescenti minacce di guerra contro l'Iraq preoccupano
non poco milioni di italiani che ci chiedono di fare ogni sforzo per
scongiurare questa terribile prospettiva. I sondaggi sinora condotti in
Italia ed in altri Pesi europei da differenti istituti riferiscono che
la stragrande maggioranza dei cittadini esprimono una netta contrarietà
alla guerra.
Credo sia importante e urgente che questa contrarietà venga
rappresentata dal Parlamento con atti istituzionali tali da collocare
chiaramente il nostro paese contro questa guerra, in modo da influire
sulle decisioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e contribuire quindi
ad evitare il conflitto.
Mi rivolgo a Lei che ha ricevuto il mandato dalla mia circoscrizione
elettorale di rappresentarmi nelle istituzioni come parlamentare della
Repubblica per conoscere le sue opinioni e, soprattutto, le Sue iniziative
in merito. In particolare Le vorrei porre le seguenti domande:
1. Quali iniziative ha assunto o intende assumere per prevenire questa
catastrofe?
2. È favorevole o contrario alla guerra contro l'Iraq?
3. È favorevole o contrario al coinvolgimento dell'Italia nella guerra
contro l'Iraq, anche attraverso un coinvolgimento indiretto (concessione
delle basi e dello spazio aereo)?
La ringrazio sin d'ora per le risposte che mi vorrà inviare quanto prima.
Ritengo importante che tutti i cittadini conoscano senza alcuna
deformazione le sue iniziative e prese di posizione su un tema così
grave e delicato per il nostro futuro.
Con l'occasione Le invio i miei migliori auguri di buon anno e di
buon lavoro per costruire la pace.
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Maria Rosaria Baldin
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Risponde Tino Bedin
Gentile signora Baldin, il contenuto della sua lettera è datato, ma non lo è lo spirito. Capisco che volendo manifestare la sua attuale preoccupazione lei si sia servita di uno degli strumenti di dialogo con i parlamentare che sul tema della guerra in Iraq lei ha trovato in internet.
Io sono stato a suo tempo contrario alla guerra in Iraq ed in Senato ho votato contro sia al mandato al governo ad inviare una cosiddetta missione umanitaria, sia al decreto che ha finanziato la missione chiaramente militare.
La tragedia di Nassiriya ha reso evidenti i rischi della presenza italiana, ma anche il carattere della missione che il governo (neppure la maggioranza parlamentare) ha affidato al contingente italiano.
Non ho cambiato idea rispetto ad allora: resto contrario ad ogni intervento unilaterale degli Usa e dei loro alleati; resto contrario alla partecipazione dell'Italia ad ogni fase di questa guerra.
So però che adesso le condizioni dell'Iraq non sono quelle dell'anteguerra: lo vediamo ogni giorno in tv, specialmente non alle tv italiane ma a quelle europee. Il popolo iracheno è dentro una tragedia, estesa almeno quanto quella in cui la dittatura sanguinaria di Saddam l'aveva ridotto. Questo non può lasciarci indifferenti ed una risposta va data.
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