Italiani a Nassiriya

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Venezia, 19 novembre 2003

Sui caduti una retorica che offende i morti e i vivi
Basta con i proclami di chi gode mille protezioni
Nessuno ha il diritto di mettersi le medaglie degli altri


Caro Senatore, straordinaria veramente la manifestazione di amor patrio di questi giorni. Peccato che essa sia stata in parte guastata da proclami del tipo "Non ci lasceremo intimorire" pronunciati da chi, nei palazzi del potere, gode di mille protezioni. A questi Rodomonte a buon mercato spetta solo di esprimere la pena e il cordoglio. E se proprio devono ribadire la necessità di una permanenza dei nostri soldati in quelle terre disgraziate, lo dicano non con quell'enfasi funeraria che offende i morti e i vivi, ma con "l'ahimé" del rammarico e con l'impegno di agire politicamente perché la presenza dei nostri soldati abbia ad essere la più breve possibile.
   

Gino Spadon
Risponde Tino Bedin

Non ho nulla da aggiungere. Nessuno ha diritto a mettersi le medaglia degli altri, specie le medaglie dei caduti. Nessun politico ha il diritto di ritenere la guerra una condizione di vita: essa è una tragedia davanti alla quale, più che con i "resisteremo", ci si dovrebbe impegnare con un "basta!".

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19 novembre 2003
di-309
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Tino Bedin