Alcuni mesi orsono la "grande" stampa e la tv hanno dato grande diffusione alla notizia di cospicue donazioni, di milioni di dollari (detratti - è da ritenere - dall'imponibile fiscale), fatte da Bill Gates per la lotta alle malattie, specie quelle che affliggono i paesi del terzo mondo. Di recente, in una trasmissione radiofonica dedicata anche al tema alla responsabilità sociale delle imprese, ho avuto l'occasione di sentire l'economista prof. Savona definire il sunnominato il più grande "filantropo" dei tempi moderni.
Nel contempo mi è capitato sotto gli occhi un breve articolo sul n°41 del 10 ottobre del settimanale "Vita" intitolato "Gli aiuti di Bill. Donazioni o investimenti? Ha stanziato 168 milioni di dollari per battere la malaria. Le ONG temono che a beneficiarne saranno i big del farmaco. Di cui è azionista".
Lo sintetizzo.
Nel settembre del corrente anno Gates, tramite la Fondazione Bill e Melinda Gates, stanzia i 168 milioni di dollari (l'84 per cento di quanto viene stanziato nel mondo) per debellare la malaria, destinandoli a due soggetti: 1) la Medicines for Malaria Venture (Ginevra) per lo studio e la realizzazione di farmaci antimalarici a cui lavorano aziende farmaceutiche come la Novartis e la Roche; 2) la Malaria Vaccine Initiative (Seattle): una partnership tra pubblico e privato lanciata nel 1999 da Bill Gates per lo sviluppo ed i test di 15 vaccini contro la malaria.
Ma chi produrrà i farmaci? A quale prezzo? Con quale tipo di brevetto? Forse anche i big del farmaco di cui la Gates Foundation è azionista nel maggio 2002 avendo investito 76 milioni di dollari nella Merck, 37 milioni nella Pfiizer, 29 milioni nella Jonhson & Jonhson.
Le prospettive allora non si fanno particolarmente positive dal momento che, come osserva un collaboratore del Cuamm operante in Monzambico da 25 anni, "non si investe più sulla società civile e sul sistema sanitario di base dei Paesi, senza i quali gli investimenti mirati sulla malaria hanno poco impatto".
Peraltro la Fondazione di cui sopra con le sue donazioni è impegnata anche sul fronte della lotta all'Aids, salvo poi verificare che il suo direttore sanitario siede nel board del Fondo Globale contro l'Aids come rappresentante del settore privato con diritto di voto e che da alcuni anni Gates ha diversificato i suoi investimenti passando dal settore del software a quello biotech.
|
Giovanni Susini
|
|
Risponde Tino Bedin
Capisco la diffidenza. Soprattutto è vero che il tema di fondo per molti farmaci salvavita è l'effettiva accessibilità, più che la ricerca. Non ho particolari motivi per difendere Bill Gates, ma ritengo che comunque si tratti di un'azione positiva dal punto di vista del messaggio: Bill Gates è un leader mondiale riconosciuto, il fatto che egli si occupi di malaria e di aids è una spinta anche per altri, sia con capacità di finanziamento che con capacità di decisione.
|
Partecipa al dialogo su questo argomento |