Berluscooni e le pensioni

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Vicenza, 15 ottobre 2003

Riconsegnandola al postino o all'ufficio postale
Rinviamo al mittente
la lettera di propaganda di Berlusconi

Si tratta della "promozione commerciale" di un governo in difficoltà


Cari amici, nei prossimi giorni le famiglie italiane riceveranno la lettera firmata dal Presidente del Consiglio che ci spiegherà le ragioni ed i particolari del suo altruistico agire, tutto ciò che riguarda la splendida finanziaria appena varata e la prossima riforma delle pensioni. Oltre 18 milioni di capi famiglia riceveranno la lettera per una spesa che superera i 7 milioni di euro, a carico del ministero del Tesoro e quindi di tutti noi contribuenti.
Penso che le ragioni di questa lettera siano ben altre. In vista della mobilitazione dei lavoratori del 24 ottobre, delle elezioni europee e amministrative della primavera 2004 e visti i sondaggi che lo indicano in notevole calo, il premier intende continuare nella sua operazione tutta politica e mediatica di recupero-voti, iniziata con il vergognoso comunicato a reti unificate delle scorse settimane. Insomma è l'ennesimo gesto inconsulto che questo governo si accinge a compiere, spendendo quattrini di tutti.
Quello che noi potremmo fare per dissentire è respingere al mittente la lettera che riceveremo. Respingendola nel momento in cui il postino la consegna o portandola successivamente all'ufficio postale. Sarà sufficiente barrare con due righe in diagonale l'indirizzo del destinatario (voi) e scrivere RESPINTO AL MITTENTE. Un'iniziativa civile per esprimere il nostro dissenso.

   

p. c.
Risponde Tino Bedin

Aggiungo un'informazione tecnica: la restituzione al mittente non ci costa niente.
Se sacchi di posta di ritorno verranno scaricati a Palazzo Chigi, il capo del governo non solo avrà molto da... leggere, ma si renderà conto che non incanta più nessuno e che sono pochi quelli che considerano la lua lettera un atto di attenzione verso i cittadini e non - come invece è - una propaganda a spese di tutti. Anche i cittadini che non faranno il gesto di respingere la lettera la prenderanno infatti per quello che vale: un'offerta commerciale di un governo che ha svenduto quello che aveva e che adesso pretende che siano i cittadini, attraverso la riduzione dello stato sociale, a pagare i debiti.

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17 ottobre 2003
di-297
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Tino Bedin