Programmi tv

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Saletto (Padova), 29 settembre 2003

L'intera informazione deve essere coinvolta
Serve più cultura (e meno luci rosse)
nei programmi della Tv di Sky

L'autoregolamentazione da sola non è mai stata sufficiente


Vorrei esprimere la mia preoccupazione per l'eccessiva presenza di televisioni a luci rosse in orari popolari e la soppressione di RaiSat Art sui canali Sky (chissà perché?). Esprimere il proprio rammarico su tali argomenti penso e spero sia un sentire comune ai molti che hanno a cuore l'arte nel senso più ampio del termine. Ma confinare fra singoli tale rammarico non basta. Io vorrei lanciare un invito a chi è sensibile a questo problema, di farsi sentire, di parlarne con colleghi di lavoro, conoscenti, amici e con qualsiasi altra persona.
Chi è a contatto con i giovani non si stanchi di lanciare messaggi positivi forti e chiari. Dobbiamo far tutto ciò che è lecito per invertire questa corrente negativa che sta travolgendo valori radicati in noi da anni. Chi avverte questo pericolo dovrebbe agire nel suo ambito. I giornali e la televisione, diano meno spazio alla cronaca spicciola e amplifichino notizie positive portandole ad esempio. Riducano o evitino Tg urlati, programmi a quiz demenziali, film in prima serata dove il sangue è l'unico colore e la delinquenza esempio da seguire. I locali pubblici si riapproprino della loro vera funzione, la socializzazione e non la depravazione (vedi topless bar, sale giochi, ecc.).
Il rischio che corriamo è di diventare una sorta di marmellata con un sapere ampio e vario ma privo del caro vecchio buonsenso che rischia di essere ucciso da un'intelligenza rivolta solo al nuovo Dio, il profitto. Lo scambio di opinioni deve tornare ad avvenire attraverso un'autonomia, lontana da dottrine religiose, ideologie politiche e preconcetti razziali.
Non solo i giovani, ma tutti noi, con l'avvento di nuove e straordinarie tecnologie (telefonini, auto, computer, video) veniamo abbagliati, condotti per mano, attirati da nuovi pifferai che ci obbligano a seguirli per portarci in un "non luogo" dove la cosa più importante ed essenziale è apparire. Ci vengono creati così bisogni prima inesistenti. La tecnologia è al nostro servizio non il contrario, dobbiamo essere setacci non imbuti. Su questo dobbiamo riflettere, sforzarci ed impegnarci ad arrestare questo subdolo pericolo, che a mio avviso, è grave come le nuove malattie oggi molto note. Questa che si fa avanti è una sorta di invisibile virus, dove i rapporti umani perdono il contatto fisico sincero, non si dialoga più guardandosi negli occhi, perdendo così una sensazione meravigliosa, l'emozione.
   

Lucio Pasotto

Risponde Tino Bedin

Per quanto riguarda i servizi televisivi a pagamento, c'è un sistema molto diretto e concreto per indirizzarli: basta non comprarli; cioè come cittadini abbiamo un certo potere.
L'autoregolamentazione resta infatti una aspirazione, ma in concreto non se ne è mai vista l'applicazione. Per questo servono azione dirette degli utenti ed anche regole pubbliche.

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30 settembre 2003
di-291
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Tino Bedin