Medicina numero chiuso

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Pisa, 21 settembre 2003

Evidentemente i quiz non misurano le attitudini
Ho superato gli esami di due anni di università,
ma all'ammissione sono stato bocciato quattro volte

Chi giudica dovrebbe poter valutare delle persone e non dei quiz


Con grande solidarietà nei confronti di tutti quegli studenti che si sono trovati di fronte al giudizio perentorio del numero programmato, vorrei esporre in poche righe la situazione in cui uno studente deve vivere dopo aver tentato e ritentato l'accesso ad una delle tante Università Italiane Statali di Medicina e Chirurgia. La situazione spiacevole alla quale mi riferisco interessa il sottoscritto in prima persona ed altri che come me vivono in un limbo che ci ha resi completamente sfiduciosi nei riguardi del sistema organizzativo universitario corrente.
Sono uno studente di venticinque anni appena compiuti che ha affrontato il test di ammissione per la facoltà di Medicina e Chirurgia ben quattro volte con esito negativo! Potrebbe sembrare assurdo, ma in realtà con tutta franchezza posso assicurare che ciò può verificarsi nonostante gli sforzi fisici ed economici compiuti per sostenere le prove. Io appartengo a quella categoria di studenti che nell'anno 2000/2001 ha presentato ricorso dinanzi ad un TAR (nel mio caso del Lazio) ottenendo così la sospensiva sul giudizio di preclusione agli studi seguita dall'accesso ai corsi e cosa più importante agli esami. Con tale ordinanza di sospensiva sono riuscito a sostenere sette esami ottenendo voti che a mio avviso danno la dimostrazione della capacità di poter affrontare la carriera universitaria e professinale con successo.
Ma come può accadere che uno studente dopo aver affrontato tutti gli esami del primo anno nei quali si studiano accuratamente anche le materie dei quiz ed aver frequentato addirittura il secondo anno non riesca in un momento successivo ad ottenere l'accesso all'Università? Bèh, potremmo anche dedurre che i criteri di valutazione in materia di test siano in parte fuori luogo. Credo proprio che tali "quiz" proposti per misurare le capacità di uno studente che intenda guadagnarsi l'accesso alla facoltà dovrebbero essere rivisti. Perchè ad esempio non introdurre l'inglese ed eliminare un po' di quegli assurdi quesiti di logica (ben 26 su 80)? Quei test di logica e cultura generele (così li chiamano) potrebbero essere utilizzati per facoltà a sfondo filosofico e letterario, visto che trattasi per la maggiore di lunghissimi brani da leggere e comprendere ai quali va dedicato gran parte del tempo a disposizione. In Inghilterra ad esempio, in alcune Università è in vigore un sistema di valutazione che a parer mio è molto più efficiente. Il criterio di esaminazione si avvale di una prova scritta in cui sono presenti le materie scientifiche e di un colloquio che misura anche la predisposizione dello studente per la medicina. Questa indagine esaustiva della persona mette in evidenza la reale inclinazione dell'individuo verso la materia con un margine d'errore trascurabile.
Ho trascorso questi ultimi tre anni della mia vita come mai mi sarei immaginato, studiando e lavorando sperando inutilmente che forse un giorno avrei potuto leggere nelle graduatorie degli ammessi il mio nome; ma purtroppo l'incubo sembra non terminare mai.
Noi non chiediamo che ci venga regalata una Laurea o chissà cosa, noi chiediamo solo che ci venga data l'opportunità di studiare e guadagnare i nostri meriti come tutti gli altri col sudore della fronte. Personalmente, il fatto che abbia investito quattro anni della mia vita su questi "quiz" spendendo tempo e denaro credo possa essere considerato come prova della mia dedizione verso la materia, per non parlare dei voti positivi degli esami sostenuti da "fuorilegge". Spero con tutto il cuore che queste poche righe suscitino un minimo di comprensione in coloro i quali hanno la facoltà di poter esprimere il loro giudizio in sede parlamentare per la discussione della tanto attesa Legge 2005.
   

Alessandro Muccignat

Risponde Tino Bedin

È sempre la stessa Università che riconosce la preparazione e quindi l'attitudine nelle materie mediche e contemporaneamente certifica che era meglio che non si presentasse a quegli esami: in contraddizione è evidentemente l'Università. Certo bisogna rispettare la legge (da parte degli esaminatori); certo bisogna cambiare la legge (da parte dei parlamentari; e la sua lettera mi farà prestare attenzione). Ma forse sarebbe bene che chi giudica avesse la possibilità di valutare delle persone e non dei quiz.

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27 settembre 2003
di-287
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Tino Bedin