L'Ulivo alle europee

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Albignasego (Padova), 8 agosto 2003

Ci sono le condizioni per un successo
Riprendere il cammino dell'Ulivo
da dove Prodi era caduto

L'incontro tra il "popolo della pace" e l'Ulivo potrtebbe essere determinante


Dopo la lettura dell'appello di parlamentari dell'Ulivo per la lista unica alle elezioni europee del 2004, che condivido, ritengo di dare il mio contributo con queste prime riflessioni a caldo.
Nell'affrontare la riflessione sulla proposta di Prodi per l'Ulivo bisogna tornare a capire perché si è bloccata l'esperienza politica intrapresa nel 1996. Va non solo digerita, ma chiarito che il fallimento e l'avvento della destra è anche colpa della miopia e della sete di potere di chi mandò in minoranza Prodi nell'ottobre 1998.
Oggi non siamo ancora vaccinati da tale pericolo. Alcuni (vedi le perplessità di De Mita ad esempio) dietro a motivi di "identità" ritengono che si possa tornare a prima degli anni 90 non volendo capire che la storia è cambiata. Le identità e le diversità all'interno della coalizione vanno salvaguardate, ma non è necessario che per recuperarle si ricreino le contrapposizioni precedenti alla caduta del muro di Berlino.
È necessario che l'Ulivo recuperi i rapporti con il mondo delle associazioni e del "pre-politico" favorendone l'autonomia della elaborazione. La vittoria del 96 è figlia anche di questa autonomia.
Vi è poi da superare la diffidenza che ancora rimane tra i soggetti dell'alleanza: essa si supera trovando un terreno comune di sano "riformismo" e di chiarezza progettuale . Purtroppo per troppo tempo ha dominato il grigiore e il sospetto; oggi bisogna rischiare e puntare in alto. Oggi il centro-destra è tenuto insieme dalla paura e dal ricatto. Noi dobbiamo ridare speranza nella scuola, nel lavoro, nella società. I temi del 96 sono stati solo in parte approfonditi e sviluppati, sono ancora un punto di partenza.
Su tutto questo si può ripartire.
   

Paolo Alfier
Circolo "Lavoro" della Margherita

Risponde Tino Bedin

Sull'analisi della caduta del governo Prodi si sono costruite le lacerazioni e le "competizioni" che hanno tolto all'Ulivo quel sapore di unione innovativa che aveva contribuito al suo successo. Più che ritornare ad allora, mi sembra utile costruire le condizioni perché quello spirito di unità riappaia come speranza per gli italiani.
Giustamente tu sottolinei il dialogo con chi è attento alla società, senza arrivare all'impegno politivo: è una delle condizioni per far partecipare alla scommessa la società italiana. C'è il grande movimento popolare per la pace che ha gridato forte in Italia ed in Europa nel corso di questi mesi: l'Ulivo deve sapersi mettere a disposizione per tramutare quel grido anche in parole delle istituzioni.

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8 agosto 2003
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Tino Bedin