Honduras: padre Tamayo

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

San Giorgio delle Pertiche (Padova), 26 luglio 2003

Impegnato a fianco di una popolazione sempre più impoverita
Honduras: l'attenzione internazionale
può salvare la vita a padre Tamayo

L'impoverimento delle persone conseguenza dell'impoverimento ambientale


Cari amici vi invio il seguente appello del Centro sociale ambrosiano che io condivido e spero possiate e vogliate condividerlo anche voi.

Salviamo padre Andres Tamayo. È stato minacciato di morte per il suo impegno a fianco della popolazione honduregna nella difesa delle foreste di Olancho.
Padre Andres Tamayo, sacerdote, dai primi anni '90 è a fianco della popolazione nella lotta per la salvaguardia delle foreste nella regione di Olancho, nel Nord dell'Honduras, minacciate dal taglio selvaggio degli alberi operato da grandi imprese (una delle quali è italiana). Negli ultimi dieci anni un terzo delle foreste primarie della regione è stato abbattuto, le falde acquifere si sono essiccate.
Allo stesso tempo, anche le comunità locali sono fortemente penalizzate dal saccheggio della foresta. Viene distrutto un equilibrio uomo-natura che è stato alla base della sopravvivenza per secoli degli indio della regione.
Padre Andres Tamayo è stato minacciato di morte: per i sicari è in cima alla lista delle persone da uccidere perché disturbano il saccheggio della regione di Olancho. E proprio venerdì scorso uno dei suoi collaboratori, Carlos Arturo Reyes, è stato ucciso mentre stava rincasando. Tre giorni prima un altro dei suoi collaboratori era sfuggito ad un attentato.
Padre Tamayo è in queste settimane in Italia, e chiede solidarietà per se stesso e per il MAO, il Movimento Ambientalista di Olancho da lui fondato. L'attenzione internazionale verso quanto accade nel Nord dell'Honduras può salvare la vita a padre Tamayo e agli attivisti del MAO. Caritas Italiana ha lanciato un appello urgente sulla situazione honduregna nel quale sollecita "l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale" e riprende la richiesta rivolta da Caritas Honduras al Presidente della Repubblica Riccardo Maduro perché si ponga fine alla "catena di sangue e violenze, proteggendo la popolazione da attacchi e ritorsioni, e garantendo il bene comune e il rispetto dei diritti fondamentali di ognuno".
Già il 21 maggio scorso Amnesty International aveva lanciato un appello urgente (UA 144/03) nel quale sollecitava l?invio al Presidente della Repubblica dell'Honduras, al ministro della Sicurezza pubblica e ad altre istituzioni honduregne di un messaggio in cui si chiedeva la protezione di padre Andres Tamayo e di altri due attivisti, Gilbert Flores e Orlando Najera. Anche COFADEH (Comité de Familiaries de Detenidos-Desaparecidos en Honduras) ha dato vita ad un'analoga iniziativa di sostegno con una lettera aperta indirizzata al Segretario della Commissione Inter-Americana dei Diritti Umani.
L'attenzione internazionale può salvare la vita a padre Tamayo e agli attivisti del Mao. Per questo il sacerdote chiede che si invii al Presidente della Repubblica dell'Honduras, al Congresso Nazionale, al Pubblico Ministero e alla Commissione Nazionale di Diritti Umani un messaggio in cui si esprime solidarietà alla lotta del Mao.
Uno degli obiettivi di Padre Tamayo e del MAO è quello di coscientizzare la popolazione locale, "in modo tale che possano rendersi conto delle cause della loro povertà crescente". Col passare degli anni sempre piu' numerose sono le comunita' e i villaggi della regione che aderiscono al MAO. Dal 2000 quotidianamente il Movimento organizza marce, digiuni, scioperi della fame, boicottaggi, blocchi stradali.
Il 20 giugno scorso è partita dalla cattedrale di Juticalpa, capoluogo di Olancho, una "Marcia per la vita" alla quale hanno partecipato circa 30 mila persone, che hanno raggiunto a piedi (circa 170 chilometri) la capitale del Paese Tegucigalpa. Al termine della marcia Tamayo ha detto ai partecipanti: "Per più di trent'anni hanno saccheggiato la nostra regione e il Paese intero, guadagnando in profitti la piccola somma di 45 miliardi di dollari. Non si può tacere questo furto. Dove è nascosto questo capitale? Chi sono i padroni? Perché continuano a rubare tutto quello che appartiene al popolo? E come colpo di grazia hanno venduto il Paese con 372 concessioni minerarie che abbracciano 35 mila chilometri quadrati. Stiamo soffrendone le conseguenze, stiamo rimanendo senz'acqua; i corpi e le facce della sofferenza dei contadini sono il riflesso dei soprusi ai quali sono stati sottomessi".
   

Marco Filippi

Risponde Tino Bedin

Ha fatto bene a rilanciare questo appello: sia per la condizione di padre Tamayo, sia per alimentare un'azione di informazione sull'America latina che è indispensabile vista la scarsità di notizie vere che si ricevono da quella parte del pianeta. L'impoverimento della popolazione, conseguenza dell'impoverimento dell'ambiente, è una realta che la globalizzazione avrebbe dovuto progressivamente ridurre, invece proprio i profitti globali stanno comprimendo i diritti individuali e sociali.

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5 agosto 2003
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