Cordiale senatore, le scrivo per chiederle di aiutarmi a vivere. Potete farlo non approvando la legge sulla fecondazione assistita così come è stata approvata alla Camera.
Io ho solo 30 anni e purtroppo per vari motivi, per sperare di avere un figlio, devo ricorrere ad un atto d'amore: l'ovodonazione. Le assicuro che questo figlio non crescerebbe affatto con problemi psicologici, come sento dire da molti parlamentari, crescerebbe in una famiglia normale circondato da tanto amore.
Io non posso e non voglio rinunciare ad un figlio anche se non porta il mio corredo genetico.
Vorrei scriverle tante altre cose per convincerla ad aiutarmi ma sarebbe una lettera troppo lunga. Affido la mia vita a lei e faccio appello al suo buon cuore di padre o madre. Aiutatemi a vivere. Non posso rinunciare a ciò che di più bello la vita può offrire… anche se aiutata dalla scienza. Grazie dal più profondo del cuore.
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Una futura mamma
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Risponde Tino Bedin
Nessun argomento giuridico, politico o sociale potrebbe superare la sua condizione esistenziale e convincerla che il testo della legge sulla fecondazione medicalmente assistita approvato alla Camera e che è prossimo all'esame da parte del Senato rappresenta il punto di equilibrio oggi possibile tra esigenze diverse.
I due diritti da coniugare insieme - come lei dice - sono quelli della vita (per il bambino) e della maternità (per la donna): non è semplice, perché i due soggetti hanno capacità fortemente sbilanciate. Da futura mamma lei è sicura che il bilanciamento lo farà non la legge ma l'amore materno. Non ho dubbi che lei riuscirà a realizzarlo.
Come legislatore ho tuttavia anche la consapevolezza che una legge deve avere presenti tutti i cittadini, deve creare condizioni favorevoli anche là dove queste non si formano spontaneamente. In una materia come la fecondazione assistita, che entra nell'intimo della vita, i primi passi devono cercare di andare nella direzione che la natura e la società hanno storicamente indicata. Per questo sostengo il testo che è stato approvato alla Camera. So anche che il ricorso alla fecondazione assistita è nella quasi generalità dei casi il risultato di molte sofferenze. Per questo il lavoro legislativo non potrà considerarsi concluso con l'eventuale approvazione da parte del Senato: tutto quello che non è stato possibile fare adesso, dovrà essere ripreso immediatamente.
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