Esperanto

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Milano, 23 giugno 2003

L'Unione Europea dovrebbe prendere provvedimenti
Una discriminazione pretendere
l'inglese come madre-lingua

Andrebbe potenziato il ruolo degli Istituti di cultura italiani in Europa


Onorevole Tino Bedin, un numero sempre crescente di offerte di lavoro da parte di organizzazioni internazionali, ufficialmente dirette a tutti i cittadini europei, è rivolto specificatamente a chi è di madre lingua inglese. (Si veda un elenco di 500 offerte di lavoro in: http://www.lingvo.org/it/2/15). Per i candidati non è più sufficiente una conoscenza dell'inglese "good" o "excellent".
La discriminazione linguistica da parte delle organizzazioni internazionali, che adottano sempre più l'inglese, è una grave violazione dell'articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che vieta ogni discriminazione in base alla lingua.
Benché ufficialmente contraria alla discriminazione linguistica, la Commissione Europea finanzia continuamente aziende che agiscono in modo discriminatorio contro chi non è di madre lingua inglese o fa essa stessa offerte di lavoro solo per coloro che parlano l'inglese dalla nascita, discriminando pienamente anche gli italiani. Per tale ragione, le chiediamo se Lei sarebbe disposto a presentare al Governo italiano un'interpellanza:
1) perché riconosca la natura discriminatoria delle offerte di lavoro europee che sono dirette ufficialmente a tutti i cittadini, ma in realtà riservate a chi è di madre lingua inglese ("English mother tongue", "English native speaker", e anche "English mother tongue or equivalent"), con completa esclusione dei cittadini italiani;
2) perché pretenda che la Commissione Europea dia assicurazione che non finanzierà piu' organizzazioni ed aziende europee che agiscono in modo discriminatorio contro chi non è di madre lingua inglese;
3) perché pretenda che la Commissione Europea studi metodi e cerchi rimedi per evitare discriminazioni linguistiche da parte di organizzazioni da essa finanziate del tutto o in parte;
oppure un'interrogazione del seguente tenore:
«Non ritiene il Governo italiano che le offerte di lavoro di organizzazioni europee, ufficialmente aperte a tutti i cittadini europei, ma indicanti che i candidati devono essere di "English mother tongue or equivalent", siano discriminatorie? In caso affermativo, cosa farà il Governo italiano perché la Commissione Europea faccia cessare tale discriminazione a Bruxelles?».
   

Michela Lipari
vicepresidente
Federazione esperantista italiana

Risponde Tino Bedin

La questione non è semplice. Posta dal punto di vista del diritto soggettivo, ha indubbiamente ragione lei. La salvaguardia di un diritto non dovrebbe badare ai costi. Ma davvero i contribuenti italiani ed europei sono disposti a finanziare totalmente questo diritto? E poi ci sono i costi per i singoli: quante lingue occorre sapere per essere competitivi, se non c'è una lingua veicolare? Per questo dico che la questione non è semplice.
L'Unione Europea si è affermata anche perché ha adottato dal suo nascere il principio della pari dignità di tutte le lingue dei popoli che la compongono. Uno dei problemi dell'allargamento sarà proprio l'uso delle lingue.
Quanto alle iniziative da richiedere al governo italiano, credo che maggiore rilevanza avrebbe incrementare adeguatamente gli Istituti di cultura italiani all'estero ed in particolare nei paesi dell'Europa Unita per allargare la conoscenza della nostra lingua; ma abbiamo un governo che pensa che compito delle ambasciate sia esclusivamente di far fare affari alle imprese.

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12 luglio 2003
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