Insegnanti di laboratorio

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 12 luglio 2003

Una delle conseguenze della controriforma Moratti
Laboratori didattici inutilizzabili
per la riduzione dei docenti

La distanza tra la propaganda della Destra e le scelte legislative


Caro Senatore, desidero informarla sul destino della scuola secondaria superiore e, per iniziare, di una parte del suo personale, che avrà effetti già dal prossimo anno scolastico, a seguito della "controriforma" Moratti, e che riguarda l'attività didattica nei Licei Scientifici ed Istituti Tecnici per Geometri e Ragionieri, il cui personale era alle dipendenze delle Province.
Il Decreto Ministeriale 25/10/02 n. 115 contiene iniziative tali da compromettere pesantemente la didattica che da molti anni viene svolta nei laboratori di Fisica e Scienze dei Licei Scientifici Statali ed Istituti Tecnici per geometri e ragionieri. Infatti, nell'allegato 4 sono dichiarati soprannumerari (e quindi messi in esubero) tutti gli I.T.P. (insegnanti tecnico-pratici) trasferiti dagli EE.LL. allo Stato a partire dal 1/1/2000 in applicazione dell'art. 8 della Legge n.124/1999; articolo, giova ricordarlo, che fu approvato a stragrande maggioranza dal Parlamento della Repubblica Italiana in quanto riconduceva, in vista dell'entrata in vigore dell'Autonomia, tutto il personale, docente e non, alle dipendenze del Dirigente Scolastico. Ora, detti I.T.P. non sono in soprannumero perché c'è stata una contrazione delle classi, ma perché l'Amministrazione Scolastica anziché creare i posti negli organici di diritto dei Licei Scientifici a seguito della cancellazione di quelli esistenti fino al 31/12/99 nelle piante organiche delle Province, ha deciso, quasi 3 anni dopo il loro trasferimento, di approfittare delle norme previste nel D.L. n.212/2002 "Disposizioni per la razionalizzazione della spesa nel settore della scuola".
Siamo stati quindi inclusi tra i 7.000 docenti obbligati alla riconversione, pena la messa in mobilità all'80% dello stipendio (in realtà € 650 netti al mese) e, nel caso di mancata ricollocazione in altro comparto della P.A., il licenziamento.
Con la messa in esubero e il probabile trasferimento degli I.T.P. dai Licei Scientifici agli Istituti Tecnici e Professionali, i vari Laboratori didattici non saranno più utilizzati fin dal prossimo anno scolastico. Ciò costituirà uno sperpero delle risorse utilizzate per allestire, far funzionare e negli ultimi anni mettere in sicurezza i laboratori, pagate da tutti i cittadini (o meglio da coloro che le tasse le pagano e non le evadono sfruttando poi i condoni…) equiparando verso il basso i Licei statali a quelli privati che non offrono di certo laboratori scientifici attrezzati e dotati di personale docente con esperienza e professionalità.
Non sarà più realizzabile il coinvolgimento applicativo degli studenti nelle attività di laboratorio, nel tentativo di garantire un "sapere" non disgiunto dal "saper fare". Si ritornerà indietro di decenni riesumando la semplice dimostrazione dalla cattedra, proposta agli studenti dall'insegnante "teorico" coadiuvato dall'Assistente Tecnico (prezioso aiuto, ma si tratta di personale non docente), tipica dei "gabinetti scientifici" dei Licei e degli Istituti Tecnici di Regia memoria.
I Licei scientifici e gli Istituti Tecnici per Geometri e Ragionieri della provincia di Padova da quasi vent'anni a questa parte, pur con la presenza di pochi ITP, hanno potuto offrire agli studenti di tutte le classi sia dei corsi sperimentali che di quelli tradizionali, laboratori sempre funzionanti e una didattica di laboratorio collegata all'insegnamento disciplinare, utile ad un migliore e più efficace apprendimento di discipline sperimentali, quali sono la Biologia, la Chimica e la Fisica.
Se tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei nostri studenti, dei nostri figli, del futuro della nostra società e del patrimonio culturale e di democrazia che è la scuola statale, non riusciranno a costringere il Ministero ad invertire la rotta, si attuerà il chiaro disegno di chi punta a dequalificare il servizio pubblico a favore della scuola privata.
   

Giulio Gallani

Risponde Tino Bedin

Anche dalle sue concrete preoccupazioni si misura la distanza tra la propaganda e le decisioni della Destra: mentre il raccordo stretto con il "saper fare" è uno dei ritornelli propagandistici, in pratica non si mantiene nemmeno quello che la scuola pubblica già è in grado di offrire sia agli studenti che alla società.
Anche l'altra preoccupazione è fondata: invece di elevare il sistema formativo complessivo, la Destra sta abbassando il livello della scuola pubblica per favorire la concorrenza.

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12 luglio 2003
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Tino Bedin