Orbitale di Padova

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 8 luglio 2003

Intacca anche punti paesaggistici di rilievo
La strada Orbitale compromette inutilmente
molto territorio aperto del Padovano

Si continua a considera "residuale" l'area agricola


Caro Tino, vi sono aspetti della provincia di Padova che tu ben conosci, ma che potrebbero forse essere anche occasione di interrogazioni parlamentari. Faccio riferimento alla questione dell'Orbitale che non solo compromette inutilmente molto territorio aperto e agrario del Padovano, ma va anche ad intaccare punti paesaggistici di notevole rilievo come il Tavello, uno dei siti del Medio Brenta di grande pregio ambientale. Ma va inoltre a compromettere l'area del Terraglione e può degradare brani di paesaggio agrario ed attività agraria di pregio posti tra Rubano, Villafranca e Limena. Il tutto senza intaccare seriamente i problemi che lo motiverebbero.
La proposta cade in un quadro generale in cui il traffico di attraversamento del Medio Veneto va fatto confluire sulla densità urbana in modo irrazionale ed inefficace. Forse dall'epoca delle tangenziali ed anulari sarebbe ora di passare all'epoca delle Dirottanti.
   

Gabriele Righetto

Risponde Tino Bedin

La situazione della viabilità è indubbiamente una condizione di difficoltà in tutta la provincia di Padova; direi anzi che l'area nord-ovest, interessata dalla proposta di strada Orbitale fatta dall'aministrazione provinciale è fra le più in difficoltà. Gli enti locali sono dunque chiamati a cercare di ridurre questo disagio.
Quello che risulta evidente è però la scarsità di prospettive che le soluzioni individuano: sono idee, progetti e quindi anche soldi che servono a pagare debiti piuttosto che a fare investimenti sul futuro.
Il progetto dell'Orbitale ne è un esempio, perché se è vero che la mobilità è un'esigenza, altrettanto vero è che anche un ambiente non ulteriormente consumato è un'esigenza. In questa area densamente urbanizzata di case e capannoni, quello che resta di territorio agricolo non può continuare ad essere considerato come terreno "a disposizione" per un'ulteriore urbanizzazione, ma va valorizzato in funzione delle nuove esigenze della popolazione: se non dovunque per una produzione agro-alimentare di qualità (spesso mancano le dimensionifondiarie) , certo per un uso del tempo libero non inquinante e non "costruito".
Un bel tema per un confronto con i cittadini, magari in vista delle elezioni municipali del prossimo anno, più che per interrogazioni parlamentari.

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11 luglio 2003
di-248
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Tino Bedin