Scorie radioattive

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 2 luglio 2003

Verrebbero stoccati tutti i residui italiani
No alle scorie radioattive in Sardegna
Rischi non solo per l'isola e molti interrogativi sulla ipotesi


La Sardegna corre un grave pericolo: una società governativa ha diramato l’identikit del sito ideale per lo stoccaggio delle scorie radioattive, 55 mila tonnellate di residui provenienti - tra l'altro - dalle centrali nucleari italiane. In pratica, la descrizione corrisponde in tutto e per tutto alla Sardegna.
Un simile progetto – se realizzato - rischia di affossare definitivamente l’isola...
Vogliono mettere 50.000 tonnellate di scorie radioattive in Sardegna. Senatore cosa facciamo?
   

Remo Ronchitelli

Risponde Tino Bedin

Il rischio è stato tempestivamente segnalato dall'Ulivo nella Commissione Difesa del Senato, in quanto lo studio ipotizza l'utilizzo del demanio militare. Devo dire che il sottosegretario alla Difesa Cicu si è detto contrario a questa ipotesi.
Attraverso il proprio parlamentare sardo il gruppo Margherita-L'Ulivo ha subito presentato una interrogazione.
C'è del resto da segnalare che il rischio non riguarderebbe solo la Sardegna. Se i rifiuti radioattivi venissero trasferiti via mare si avrebbero gravissimi rischi di inquinamento e contaminazione in tutto il Tirreno.
Non è poi stato spiegato per quali motivi tecnico-scientifici le isole, inizialmente escluse, siano ora considerate tra le destinazioni possibili delle scorie radioattive.
Va anche segnalato che il Governo ha deciso di non costituire una agenzia ad hoc per la gestione delle scorie, preferendo invece affidare poteri straordinari al presidente della Sogin, in deroga a tutte le normative vigenti ed alle prerogative delle regioni e dei comuni.
Come Ulivo sosteniamo l'urgenza che Governo adotti iniziative legislative per quanto concerne le procedure per la gestione dei materiali ad alto contenuto di radioattività (plutonio-uranio 235), procedure trasparenti per la definizione del sito e la costruzione di un deposito definitivo nazionale, l'indicazione di un responsabile della sicurezza del deposito, la validità economica e l'utilità tecnologica dei continui trasferimenti di materiali radioattivi.

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8 luglio 2003
di-246
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Tino Bedin