Carissimo ed egregio senatore Tino Bedin! Sento il dovere di ringraziarla per quanto Lei si è battuto al Senato contro il peggioramento della normativa italiana sul commercio delle armi e, soprattutto, per la "trasparenza" del Suo operato, per il collegamento che Lei ha tenuto con la Società Civile, per la disponibilità all'ascolto di questa, per la puntuale informazione da Lei fornitaci. Ha ragione Lei quando dice: «Certe battaglie vanno combattute comunque» [Ossia: ancorché fosse scontato che saranno perdute!]
Caro Senatore: non demorda dal suo impegno, e lo dica agli altri Suoi colleghi! E' con estrema preoccupazione che vivo questa fase politica italiana; e temo che, ahimè, l'imminente presidenza italiana dell'Unione Europea possa essere una delle peggiori presidenze che potevano capitare in un momento tanto cruciale per l'integrazione europea quale quello della CIG successiva alla Convenzione.
Non sto saltando di palo in frasca passando dalla difesa della legge 185 al "Futuro dell'Unione"!
L'Europa che io sogno (come tutti i sinceri federalisti a partire dai "padri fondatori") è un'Europa che ripudia per sempre la guerra: e quindi non solo ottiene la pace interna ma promuove la pace in tutto il mondo. E che pacifismo sarebbe quello di un'Europa in cui ci fosse licenza mal controllata di vendere armi a chi la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie politiche non la ripudia affatto? Perciò, nel concreto e minuzioso, anche la difesa della 185/90, se pur un granello di sabbia rispetto al problema di un'Europa che affermi la pace con efficacia nel mondo intero, è pur sempre qualcosa nella direzione federalista-europeista-pacifista (un trinomio per me inscindibile).
Ma l'accostamento dei due temi mi viene anche da un pensiero di... metodologia. Spesso la gente si lamenta che le cose politiche, specie quelle a livello europeo, ci cascano addosso dall'alto, quasi a nostra insaputa... In effetti, la democrazia può essere svuotata nella sostanza e la sovranità del popolo ridursi ad una beffa se chi lo rappresenta non continua a mantenere quel collegamento con la gente che solo può permettere la necessaria osmosi di idee, interessi e proposte. Quello che voi avete fatto a proposito della difesa della 185/90 ossia il collegamento puntuale e continuo con i cittadini dovrebbe essere preso a modello in ogni settore importante della politica, e quindi a fortiori nel processo di integrazione europea.
Accetti i miei cordiali saluti e l'augurio che il Suo impegno politico e civile continui immutato e sia sempre più proficuo (ed imitato dai parlamentari, di qualsiasi formazione politica essi siano).
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Arnaldo Vicentini
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Risponde Tino Bedin
Anche per questa Europa che è nata dalla guerra ma che è cresciuta nella pace ho condotto la mia battaglia a difesa della legge 185. Il governo di Destra ha dimostrato nello stravolgimento dell'Accordo di Farnborough, sottoscritto dall'Ulivo, di non credere in questa Europa. Ma lo spirito europeo è ormai parte integrante della vita di molte generazioni di italiani e sei mesi di una presidenza prevedibilmente inconcludente non lo intaccheranno.
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