Donne e Costituzione

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Vicenza, 19 giugno 2003

Una delle ragioni dell'apparente disinteresse
Con i tagli allo Stato sociale
ancora meno donne in politica

Non si può chiedere loro di fare tutto e anche di esserne contente


Gentile senatore Bedin, La ringrazio per la cortesia con la quale tiene aggiornati i cittadini circa i lavori del ramo del Parlamento nel quale opera.
Vorrei rispondere due parole alla domanda con la quale chiude la Lettera dal Senato "La Costituzione è un po' più donna", sul perché le donne sembrano meno interessate alla partecipazione politica rispetto a qualche anno fa.
Secondo me, contrariamente a quanto sembra, la donna è sempre più, o forse è ancora tanto quanto prima, impegnata quasi a tempo pieno nella cura della famiglia, che con la progressiva perdita di pezzi dello Stato sociale, diventa ogni giorno più gravosa. È difficile dedicarsi ad un'attività che richiede impegno, spesso senza orario o lontano da casa, senza poi essere assalite da sensi di colpa per non aver seguito personalmente la crescita dei figli o aver trascurato il rapporto con il coniuge; nella mentalità comune sono queste le priorità per una donna, nonostante l'emancipazione che, purtroppo è ancora per molte pura teoria.
Credo anche che molte donne si impegnino nel lavoro o nel sociale, svolgendo comunque attività politica, anche se non quella rappresentativa che consente di partecipare alla gestione del potere.
   

Franca Franchini

Risponde Tino Bedin

Giusto: non si può chiedere alla donna di fare tutto e anche di esserne contenta. Annoto solo che la sua osservazione, esattissima, conferma che nelle decisioni di un Parlamento tutto dovrebbe tenersi, altrimenti anche riforme belle come quella costituzionale sulla partecipazione femminile alla politica diventeranno un beffa.
Condivido anche la sua seconda osservazione, aggiungendo che anche l'impegno sociale è rappresentativo; anzi lo è particolarmente perché consente di esprimersi a chi ha meno risorse.

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21 giugno 2003
di-241
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Tino Bedin