Quando ho letto per la prima volta l'ipotesi che l'Ulivo candidasse Sergio Cofferati a sindaco di Bologna ho pensato che fosse uno scherzo! Invece vedo che le cose stanno andando avanti sull'onda di decisioni verticistiche.
Ora, la mia impressione è che la "brillante idea" sia venuta ai diessini perché a Bologna, all'interno dei DS, non sono state ancora risolte le diatribe che l'altra volta hanno portato alla vittoria di Guazzaloca per cui preferiscono affidarsi ad un esterno piuttosto che risolvere i loro problemi di beghe comunali. Ciò che più mi sconcerta è che la Margherita stia subendo tutto ciò e che Castagnetti si accodi nel dire che la soluzione Cofferati è una bella idea.
Mi chiedo e Vi chiedo cosa debbano pensare i cittadini di questa ultima brillante scelta dell'Ulivo. Io credo che i più tranquilli siano sconcertati, gli altri, come ad esempio il sottoscritto, si chiedono in che mani siamo.
Ma come, in una città come Bologna, portata ad esempio come luogo in cui l'Amministrazione di sinistra era eccellente, nella città sede della casa editrice Il Mulino con annesse numerose riviste su cui scrive l'"intellighenzia" di centro sinistra e dirette prevalentemente da esponenti della stessa, dove c'è un'Università dove insegnano centinaia di professori orientati verso il centro sinistra, ecc., i dirigenti nazionali dell'Ulivo, ed in particolare dei DS, non sanno inventarsi di meglio che candidare Cofferati, nato e cresciuto a Cremona, quadro aziendale della Pirelli a Milano e residente a Roma o Milano, ma non certo a Bologna!
Sono esterefatto! Continuiamo così e vedrete che continueremo a perdere (o a vincere più per grazia di Dio che per volontà della nazione). Comunque, poiché non voglio essere solamente critico, avrei una proposta per la candidatura a sindaco di Bologna: Filippo Andreatta. È bolognese, è intelligente, è preparato, è brillante, è giovane. Sono proprio curioso di vedere se le cariatidi nazionali dell'Ulivo avranno il coraggio di avanzare una candidatura del genere.
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Alberto Vernizzi
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Risponde Tino Bedin
E se invece che da tutti i tuoi sospetti, la scelta dell'Ulivo bolognese nasce dalla consapevolezza che il ruolo di sindaco oggi, in una società municipale ed europea, è un ruolo nazionale? Se questa scelta corrispondesse al progetto di fare delle città non solo i luoghi della buona amministrazione ma anche i luoghi nei quali le idee politiche generali si concretizzano attraverso la buona amministrazione? La scelta di leaders nazionali per questi ruoli politici sarebbe un passo avanti: per i partiti e per le istituzioni, perché allargherebbe il pluralismo. Non ho seguito nel dettaglio la riflessione dell'Ulivo bolognese sulla questione. Non sono quindi in grado di dire quale è stata la motivazione. Ho posto delle domande solo per segnalare che ci sono approcci diversi ad una stessa situazione. Ed anche per ribadire che per avere ragione non è necessario offendere chi fa scelte diverse dalla nostre.
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