La ringrazio dei suoi puntuali aggiornamenti (lo faceva,in forma cartacea, anche il caro Dino Scantamburlo): sono utili e interessanti.
Sono un medico del CUAMM di Padova e sono stato proprio ieri a Roma per il Consiglio Direttivo della nostra federazione:la FOCSIV.
Credo conoscerà meglio di me la mossa di Tremonti di “attingere” 308 milioni di euro dalla cooperazione internazionale per finanziare l’ intervento militare (anche se di peacekeeping) in Iraq. Mossa che non è passata solo perché ieri non si è tenuto il consiglio dei ministri a causa di beghe interne.
Giovedì 19 giugno alle 11 presso la sala stampa della camera dei Deputati la associazione di tutte le ONG italiane terrà una conferenza stampa per parlare di questo e della triste situazione in cui il ministero sta costringendo la cooperazione internazionale italiana. La invito a presenziare, magari anche con altri Colleghi, anche della maggioranza, se possibile ( so per certo che alcuni di loro ci saranno).
Non si può lasciar morire così la cooperazione italiana. Ci ha promesso di arrivare allo 0,7 per mille,
si sperava almeno lo 0,3, hanno assegnato lo 0,13 (l’80 per cento va alle grandi organizzazioni internazionali), e ci portano via anche quello (dandolo ai militari poi!).
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Giancarlo Ometto
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Risponde Tino Bedin
Caro dottor Ometto, sono contento di poter contare anche su di lei nel mio servizio parlamentare per quanto riguarda la cooperazione internazionale. E' un tema che seguo con attenzione; nella scorsa legislatura ho fatto parte del gruppo di senatori - non molti, per la verità - che erano riusciti ad aggiornare la legge sull'Aiuto pubblico allo sviluppo, poi fermatasi alla Camera. In questa legislatura - essendo all'opposizione - dobbiamo subire i tempi della maggioranza su questo tema e non sembrano tempi brevi.
Ho seguito fgli esiti della conferenza stampa e vedremo con gli altri senatori dell'Ulivo quali scelte fare. Intanto - proprio per il Cuamm - sto vedendo se sia possibile sbloccare almeno parte dei debiti che il ministero degli Esteri ha con la Ong padovana.
Una nota a margine: sono stato tra i senatori dell'Ulivo che hanno votato contro l'invio di un contingente militare italiano in Iraq, in dissenso con il mio gruppo. L'obiezione fondamentale all'intervento italiano era e rimane di carattere politico internazionale, ma nella mia decisione ha influito anche la convinzione - da me sempre sostenuta nel corso delll'esame della riforma della Cooperazione - che in ogni caso gli aiuti umanitari (così il governo aveva presentato la missione, mentendo) non possono arrivare portati su carri armati. L'evoluzione delle scelte del governo ha confermato le mie preoccupazioni: di fatto l'Italia diventa politicamente co-belligerante e il richiamo agli aiuti umanitari era solo lo schermo per togliere i soldi alla Cooperazione allo sviluppo e finanziare con essi un'operazione militare che non è neanche di peacekeeping, perché è compiuta sotto il comando di eserciti di invasione.
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