Caro senatore cosa ne pensa di questo articolo apparso su vita.it?
Dopo un lungo dibattito durato più di un mese nel corso del quale sono intervenuti
tutti i parlamentari delle opposizioni, si è votato oggi nelle commissioni
Difesa ed Esteri il trattato di Farnborough, che comporta modifiche alla
legge 185 del 1990 sul commercio delle armi. Una modifica che il Gruppo
Ds ha contestato perché - come ricordano le associazioni cattoliche e pacifiste
- ridurrà la trasparenza in una materia così delicata come il commercio
delle armi e renderà più semplici le triangolazioni che rischiano di facilitare
le esportazioni di sistemi d'arma particolarmente pericolosi in aree del
mondo coinvolte in conflitti. Purtroppo con un voto di differenza (16 a
15) è stato dato il mandato positivo al relatore e dispiace che abbiano
pesato particolarmente le assenze del Gruppo della Margherita (1 solo deputato
presente su 10).
Ora si passa al voto in aula e invitiamo tutte le associazioni che compongono
il cartello "Io difendo la 185" a continuare la pressione in particolare
nei confronti di quei parlamentari più vicini alle istanze del mondo cattolico
affinché nel voto d'aula si possa bloccare la modifica.
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Marco Filippi
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Risponde Tino Bedin
Caro Signor Filippi, non penso. Sono addolorato. Non perché sia ragionevole pensare che la maggioranza avrebbe lasciato bloccare la legge (evidentemente non si sarebbe passati al voto in quella seduta e la decisione sarebbe stata presa in una riunione successiva), ma perché alcune battaglie vanno sempre fatte. Non serviranno a "vincere", ma servono a mettere a nudo le responsabilità della maggioranza e a dare voce alle persone che nella società chiedono di essere rappresentate.
In Senato non abbiamo dato mai tregua e infatti la legge è rimasta ferma per 9 mesi e sono stati costretti ad approvarla nel momento "peggiore" dal punto di vista comunicativo, cioè sotto le bombe di Bagdad.
Su questioni di etica sociale non ci possono essere stanchezze. Anche se qualche miglioramento si è ottenuto, la nuova legge voluta dal governo e dalla maggioranza è una regressione proprio dell'etica pubblica, nazionale ed internazionale.
Caro signor Filippi, insieme - quelli che ci stanno - dobbiamo dunque continuare.
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