Autostrada Valdastico Sud

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Vò Euganeo (Padova), 4 maggio 2003

Un film visto e rivisto in un Veneto che non riconosco più
Dopo la Valdastico Sud,
bisognerà fare la tangenziale di Montagnana

Fra un anno si vota nella gran parte del Comuni: scegliamo anche il tipo di sviluppo


Egregio senatore Bedin, le scrivo per il prolungamento a Sud dell’Autostrada Valdastico. Le due lettere del signor Lucio Pasotto (26.08.01 e 23.12.02) mi hanno dato la forza di scriverle per manifestarle il mio totale dissenso a tale opera.
Con questa mail vorrei proporle modestamente le mie ragioni.
Inizio con una domanda: perché dovremmo sacrificare uno degli ultimi lembi di campagna nella zona che va dalla bassa vicentina-padovana, fino al rodigino? Forse perché in Veneto di campagna ne abbiamo tanta ?
Dobbiamo anche qui sacrificare vitali lembi di spazi adibiti all'agricoltura in nome del
capannonificio veneto. Si perché in questo si tradurrà poi l'area attraversata dall'autostrada, nell'ormai classica sequenza interminabile di capannoni. Non si giustificano altrimenti 6 caselli per 54 chilometri di autostrada (vale a dire 1 ogni 9 km!!!).
E con i capannoni ecco arrivare camion e auto e quindi... traffico!!!
Magari qualche bel centro commerciale, come oramai prassi vuole... e infine eccoci tutti incolonnati una bella domenica: la mattina per andare a mangiare qualche pollo ai ferri in qualche pseudoagriturismo euganeo, il pomeriggio si passa a fare qualche spesa in quel centro commerciale che guarda caso è aperto! Ovviamente dopo qualche tempo, ci stancheremo degli incolonnamenti e allora ecco la necessità della nostra bella tangenziale che ci evita la coda!
E allora pronti con la tangenziale di Agugliaro, quella di Noventa, quella di Montagnana, di Masi, ecc... E tra 20 anni quando la tangenziale di Montagnana sarà collassata cosa verrà proposto: tunnel o passante?
Insomma film già visti e rivisti in questo Veneto che oramai non riconosco più nonostante i miei 33 anni...
Bene vedo che sto sconfinando e contemporanemente affrontando ben altre tematiche che secondo me sono strettamente legate e che riguardano questa mia/nostra terra veneta... sempre più malata di benessere ma di cui purtroppo, mi sembra di capire, nessuno si cura.
Ritornando alle lettere sopracitate, ho letto e riletto entrambe le risposte che lei ha fornito mi permetto di dirle che le trovo degne della favola di Alice nel paese delle meraviglie, in particolare l’ultima: lei ipotizza un’autostrada fatta in funzione della mobilità delle persone e non per lo sviluppo costituito da ulteriore cementificazione. Si impegna affermando: lavoreremo però assieme ai sindaci... senza importare un tipo di “sviluppo” che non è sostenibile dai cittadini.
Mi scusi non voglio assolutamente essere duro, polemico o addirittura irrispettoso ma non le sembra che nelle sue parole ci sia un velo di ipocrisia? Esistono forse in Veneto esempi di comuni che negli ultimi anni si siano sviluppati andando incontro alle necessità vere dei cittadini? Se sì, la prego di indicarmi quali perchè personalmente non ne conosco.
Cerchiamo di essere obiettivi, l’unico sviluppo che conoscono le amministrazioni comunali venete è quello legato al continuo aumento delle lottizzazioni residenziali e alla costruzione di sempre nuove area industriali/commerciali; il tutto svuotando l’anima stessa dei paesi che sono diventati "Strade.. con attorno le case"!
Suvvia, sindaci e amministrazioni hanno agito ed agiscono solo ed esclusivamente in termini di crescita immediata del portafoglio economico loro e dei concittadini. Ed ovviamente è questo che noi veneti chiediamo! Ci interessa forse costruire un teatro o un cinema? Assolutamente no, meglio l’autostrada per poter poi raggiungere più velocemente il cinema con 50 sale o l’ultimo immenso centro commerciale!
Mi scuso, forse mi sono dilungato un pò troppo e sono stato un po' disarticolato. Forse sono solo un po' triste perchè prevedo un finale altrettanto triste per questo Veneto che imploderà per il troppo benessere.
   

Maurizio Nicoletto

Risponde Tino Bedin

Caro signor Nicoletto, non credo di avere molte alternative a provar di vedere se le... meraviglie di Alice esistono a volte anche fuori dalle fiabe. Le alternative non esistono perché la situazione che lei immagina è così realistica che diventa... schiacciante se la si lascia evolvere.
Anche la situazione che viviamo in questo momento è opprimente: se si facesse un referendum sull'autostrada tra la popolazione nella parte sud degli Euganei e nel Montagnanese credo che i sì risulterebbero di gran lunga prevalenti e non perché i cittadini vogliano "suicidarsi", ma perché considerano intollerabili i tempi di spostamento nella loro zona, anche per un'ambulanza che deve arrivare all'ospedale di Este o di Monselice.
E allora bisogna insistere: almeno per rendere evidenti i retro-pensieri di qualcuno o di molti a proposito della nuova viabilità, cioè per far vedere alla gente se dietro all'autostrada c'è il centro commerciale, c'è la zona artigianale ad ogni casello, c'è l'immigrazione di manodopera.
Questa è la battaglia politica di questi mesi. Mesi determinanti: nella maggior parte dei comuni del Montagnanese nella primavera del prossimo anno ci sono le elezioni municipali; costruire programmi e liste perché si evitino le previsioni, al momento realistiche che lei fa, è possibile. Il bello della democrazia è che a volte anche i soldi non bastano per vincere. Le elezioni comunali del prossimo anno possono servire non solo a scegliere il sindaco ma anche il tipo di sviluppo della Bassa padovana. Vale la pena provarci.

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4 maggio 2003
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