Procreazione assistita

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Sassari, 28 aprile 2003

Un invito ai senatori a conservare il testo approvato dalla Camera
Porre fine al far west nella procreazione assistita
Facciamo la legge, sperimentiamola e poi la miglioreremo


Gentile senatore, chi le scrive è un semplice cittadino, un giovane venticinquenne che non ha votato per il Senato nelle scorse elezioni ma che non mancherà certo di fare il proprio dovere di elettore nella prossima tornata elettorale prevista per la primavera del 2006. Il mio auspicio è che per allora si sia risolto un tema che divide le coscienze e che a me sta molto a cuore. Mi riferisco al provvedimento di legge in materia di procreazione assistita, che come lei ben sa è all'attenzione del ramo del parlamento a cui lei appartiene.
  Ritengo personalmente quanto mai importante che la sua forza politica agisca con la massima indipendenza rispetto alle maggioranze politiche createsi in parlamento ed auspico che possa, anche con il vostro contributo, essere messa la parola fine al completo far west che in tema di procreatica affligge, è il caso di dirlo, il nostro paese. Le chiedo pertanto, molto umilmente, di guardare con un occhio di riguardo a questa legge, attraverso la quale si decide della vita di migliaia di coppie italiane ma anche  e soprattutto della vita di migliaia di embrioni umani. Auspico anzitutto che essa possa presto giungere all'esame dell'aula, evitando l'ulteriore protrarsi di un attesa che non rende onore all'attività pur meritoria di voi senatori.
  Il testo approvato dalla Camera dei Deputati, seppur non certo perfetto, rappresenta però un compromesso quanto mai importante fra le opposte posizioni in materia, e soprattutto rappresenta una occasione unica per vedere approvata una legge che già nelle scorse legislature non si riuscì ad approvare in via definitiva. Una eventuale modifica al Senato renderebbe necessario un ritorno alla Camera dei Deputati con un dilatarsi dei tempi che significherebbe quasi sicuramente l'abbandono di ogni speranza di porre fine all'anarchia del settore.
  La considerazione dei diritti del concepito, il divieto di sperimentazione, congelamento e selezione degli embrioni risponde alla prioritaria esigenza di apportare una qualche tutela, seppur parziale, all'embrione umano, che non può essere considerato alla stregua di un "oggetto", di una "cosa", ma al quale deve essere riconosciuto un "di più". E' questa una considerazione quanto mai laica, che si fonda non su una presunta superiorità della sfera religiosa ma che è frutto invece solo dell'evidenza e del laicissimo rispetto che deve essere garantito ad ogni essere umano.
  La invito umilmente pertanto a non farsi attrarre dalle insulse polemiche che contrappongono "laici" e "cattolici", "progressisti" e "oscurantisti", e così via, e a tenere un occhio di riguardo nei confronti di questo provvedimento che richiede l'appoggio di tutti per poter finalmente essere portato a compimento. Si tratta di una grande conquista di civiltà, si tratta del riconoscimento che i soggetti implicati nella procreazione asssitita sono tre: certamente i due genitori, e la donna in modo particolare, ma anche se non soprattutto il bambino, la nascita del quale è alla base dell'intero procedimento.
  Le chiedo pertanto di sostenere con la sua presenza in aula e con il suo voto il testo approvato dalla Camera dei Deputati, in modo da poter finalmente regolamentare una materia in cui tutto, ogni manipolazione, ogni sperimentazione, ogni azione, è allo stato attuale lecita.
  La ringrazio di essere giunto fin qui nella lettura e, nel reciproco rispetto e nella costante trasparenza fra cittadini e propri rappresentanti in parlamento, la invito, se vuole, a rispondermi per comunicarmi la sua posizione su tutto ciò che fosse attinente alla materia da me trattata.
   

Stefano Caredda

Risponde Tino Bedin

Egregio Signor Caredda, innanzi tutto la ringrazio di aver cercato il dialogo diretto con i suoi rappresentanti in Parlamento. Tale io mi sento, anche se lei non mi ha votato e ragionevolmente non potrà farlo neppure la prossima volta, visto che io sono veneto.
Sull'argomento che solleva, la condivisione delle sue considerazioni è da parte mia piena. Sarà la tesi che andrò a sostenere sabato prossimo ad un dibattito tra senatori che il Movimento per la Vita ha organizzato a Padova nell'ambito di Civitas.
Il gruppo parlamentare Margherita-L'Ulivo al quale appartengo si è interrogato in più occasioni su questo disegno di legge: segno che ad esso dedica attenzione, considerandolo importante per i diritti di cittadinanza in Italia. Continueremo a discuterne, ma è chiaro che è indispensabile una legge in tema di procreazione medicalmente assistita per evitare che diritti essenziali siano abbandonati o al denaro o all'improvvisazione.
Certo il testo approvato dalla Camera dei deputati ha numerose "falle"; alcuni punti sono eticamente incerti, altri meriteranno subito una discussione per arrivare a sintesi più giuste. Ma è importante che il prossimo confronto si faccia su una legge operante e sulle esperienze della sua applicazione e non più, come sta avvenendo ora, sull'assenza di una legge.

    Partecipa al dialogo su questo argomento
VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA

29 aprile 2003
di-219
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin