IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Padova, 31 marzo 2003 | ||||||||
Sottrare risorse alla lotta contro il sottosviluppo Questa guerra non uccide solo in Iraq, ma dovunque si muore di fame e di sete Purtroppo in pochi oggi seguono la dottrina "Se vuoi la pace, prepara la giustizia" |
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Caro Senatore, la guerra in corso è una grande sciagura perché è del tutto evidente che è
stata scatenata e supportata da (pochi) governi in mala fede, interessati a
ridisegnare la situazione in quella zona per i propri fini tra cui c'è
ovviamente il controllo degli immensi giacimenti petroliferi, ma anche il
desiderio di creare una testa di ponte per potere, al momento opportuno (!),
eventualmente regolare i conti con altri Stati dell'area (Iran e Siria prima
di tutto), di aprire quei mercati ad una più decisa penetrazione dei
prodotti e della cultura statunitense (evito intenzionalmente di dire
occidentale), perfino di testare i propri eserciti e le nuove armi, nonché
di cancellare le vergognose tracce della passata connivenza tra il regime di
Saddam Hussein e il governo degli USA e di altri Paesi europei. E certamente
gli esperti saranno a conoscenza di ulteriori motivazioni.
| Edoardo Arengi |
| Risponde Tino Bedin |
Purtroppo in molti è venuta a mancare la convinzione che pure si era riusciti a costruire negli anni Ottanta: che la lotta alla fame e alla sete sul pianeta non è solo una scelta umanitaria, ma la condizione per evitare conflitti nel mondo. "Se vuoi la pace, prepara la giustizia": era questa la dottrina che la Chiesa cattolica aveva finalmente fatto prevalere almeno a livello culturale se non compiutamente sul piano politico. Ora siamo tornati al "Se vuoi la pace, prepara la guerra": una dottrina che a cominciar dai Romani per finire agli Americani ha consentito di fare la guerra ma non ha mai costruiro la pace.
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20 aprile 2003 di-212 |
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