Governo e guerra

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Vigonza (Padova), 9 febbraio 2003

Le scelte di Berlusconi nella guerra all'Iraq
Un comitato d'affari delle nazioni al posto dell'identità europea
Uno dei più gravi "effetti collaterali" di un conflitto


Passo dopo passo stiamo per entrare in una guerra contro ignoti dagli incerti esiti e dalle dubbie motivazioni, ma nessuno sembra essere in grado di poterla fermare: né il buon senso, né la protesta, né tanto meno il Governo italiano con la sua politica estera fideisticamente pro-Stati Uniti (chissà che il nostro presidente/imprenditore non speri in qualche buon affare) e troppo concentrato sulle vicende interne e personali del proprio capo per avere una chiara visione di ciò che è bene per il nostro Paese.
      Uno spettro neo-liberista si aggira per l'Europa a riproporre, rispolverando i vecchi arnesi utilizzati dall'illustre antenato, antichi ritornelli riarrangiati e riattualizzati per la circostanza.
In questa nuova chiave di lettura il luogo della sintesi non è più rappresentato dalla politica ma dal mercato ed è per questo che  diventa preminente scardinare regole, tutele, diritti e garanzie, poco importa che essi siano riferibili alla giustizia italiana, alla tutela dei lavoratori o delle minoranze o al diritto internazionale.
      In quest'ottica non ci sarà mai lo spazio per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo ma solo per eventuali investimenti sicuri in loco da parte delle grandi corporazioni, né la solidarietà avrà cittadinanza in un mondo di consumatori dove basta cogliere le opportunità che il mercato ci offre per sconfiggere tutte le miserie e tutte le arretratezze, né tanto meno sarà necessaria la costruzione di un'entità politica comunitaria europea che possa esprimere un proprio punto di vista forte nel giuoco internazionale delle parti, rimasto ormai senza interlocutori autorevoli,  ma  un più funzionale comitato d'affari delle nazioni, meglio se ristretto, che avrà come unico scopo - è nella sua natura - la massimizzazione dei profitti e quindi della trasmissione tout court della civiltà e del progresso.      

Cipriano Mazzola

Risponde Tino Bedin

Effettivamente uno degli "effetti collaterali" della guerra contro ignoti che gli Usa preparano sarà la destabilizzazione del progetto europeo di crescita solidale e di cooperazione internazionale. Per le conseguenze che l'indebolimento dell'Unione Europea avrebbe non solo per noi suoi cittadini ma per tutto il pianeta questa dovrebbe essere una delle principali ragioni dell'opposizione alla guerra.

    Partecipa al dialogo su questo argomento
VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA

9 febbraio 2003
di-188
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin