Legge 185

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 16 gennaio 2003

La battaglia sulla legge 185 favorisce la concorrenza
Perché volete danneggiare
una consistente fetta dell'industria nazionale?

L'Ulivo ha chiesto di attuare subito l'accordo di Farnborough


Caro senatore, nessuno più di me si sente affranto per essere governato da questo governo e per dover subire ogni giorno le prevaricazioni di questa maggioranza. Devo constatare però che sul problema specifico della legge sul commercio delle armi avete voluto fare, come in molti altri casi, purtroppo, tutto da soli, contando sulle firme che raccoglievano i vari Padre Zanotelli (con tutto il rispetto che ho per lui e per la sua opera in Africa, ma che i pacifisti di varia natura hanno ridoto ad una loro icona). Anche se la maggioranza non collaborava, perchè non avete fatto una bella indagine conoscitiva sentendo tutte le campane e non solo i sindaci che hanno fatto gli obiettori di conoscenza solo per restare attaccati alle gonne della mamma e della morosa?? Perchè a questo si è ridotta, purtroppo, in Italia una nobile istanza quale è l'obiezione di coscienza (conosco più di un caso specifico, purtroppo).
Comunque, la legge 185, così com'è, pone eccessivi ostacoli alle ditte del settore; li pone, ovviamente a chi fa le cose legalmente. Sono tre mesi che devo far rientrare un'apparecchiatura di un Paese europeo ed appartenente alla Nato per ripararla. Poichè era scaduta la garanzia, abbiamo dovuto chiedere prima il permesso di farla rientrare, poi la licenza di importazione e quando l'avremo riparata dovremo richiedere una nuova licenza di esportazione.
Ti pare possibile che tutto ciò possa avvenire al giorno d'oggi? Se sì, ditelo chiaramente e mandate a casa tutti quelli che lavorano nell'industria per la difesa, possibilmente con una cassa integrazione pluriennale! Dopo di che, non avrete risolto niente perchè gli altri Paesi europei, per non parlare degli USA continueranno ad esportare e ringrazieranno i parlamentari italiani (oltre che i no global) per aver tolto di mezzo un pò di concorrenza!
Mi chiedo che gusto proviate a danneggiare così una consistente fetta di industria nazionale, solo per far felici alcune "anime belle".
Soprattutto mi chiedo perchè, pur potendolo fare, non abbiate aperto un vero confronto per trovare una soluzione intermedia ed equilibrata. Forse Berlusconi vi sta contagiando tutti con il suo metodo di comportamento fondato sul pensiero a senso unico? Spero proprio di no, anche se mi convinco che abbia ragione Moretti: Con questa dirigenza inamovibile e supponente, non vinceremo più!

Alberto Vernizzi
Risponde Tino Bedin

Caro Vernizzi,
ho troppo rispetto per coloro che sono direttamente coinvolti in materie oggetto di iniziativa legislativa per non sentire il dovere di dialogare con loro.
Mi limito al tema del disegno di legge di modifica della legge 185 sul commercio delle armi. Affronti anche altre questioni sia connesse, sia politiche con valutazioni che invitano alla... discussione, ma lasciamo eventualmente aperto il campo al al dibattito.
L'Ulivo, il governo dell'Ulivo ha - nella scorsa legislatura - sottoscritto l'accordo di Farnborough sull'industria europea della Difesa. Questa accordo, che l'attuale maggioranza porta ora a ratifica, contiene la soluzione al caso specifico che tu citi. Attraverso la licenza globale di progetto si facilità l'integrazione dell'industria europea della Difesa e quindi si creano condizioni per una sua maggiore competitività industriale, in particolare con gli Stati Uniti.
Nel corso della discussione del disegno di legge governativo, l'accordo di Farnborough è sempre stato sostenuto dall'Ulivo. Mi rifaccio alle posizioni da me espresse, che non sono singole, ma fatte a nome di tutto l'Ulivo: fin dall'inizio del dibattito in Senato ho chiesto di approvare immediatamente la ratifica dell'accordo, abbiamo assicurato che l'avremmo fatto i pochi minuti sia in Commissione che in Aula. Se il governo e la maggioranza avessero accettato la nostra impostazione, ora tu non avresti avuto questa difficoltà.
In uno degli interventi ho anche evidenziato il grave danno che il governo sta arrecando all'industria italiana della Difesa: l'accordo di Farnborough è infatti già in vigore per gli altri cinque paesi firmatari, le cui imprese possono quindi muoversi di fatto in un mercato a dimensione europea, mentre le imprese italiane non lo possono fare. Da oltre un anno siamo in questa condizione per responsabilità esclusiva del governo, che ha voluto collegare la ratifica dell'Accordo europeo a modifiche della legge nazionale vigente non immeditamente necessarie.
Ho anche sottolineato che la previsione dell'Italia di tenersi le mani libere nell'applicare le nuove norme anche con paesi terzi (ad esempio gli Stati Uniti) determina un indebolimento della industria europea della Difesa perché la rende meno competitiva.
Come vedi, anche dal punto di vista dal quale ti poni tu ci sono molte ragioni per la nostra azione parlamentare
. Ci sono anche le ragioni delle migliaia di persone che hanno partecipato e partecipano a sostenere i principi di una legge importante, civile, utile all'Europa: non sono magari le stesse ragioni che ho elencate per te, ma anch'essa portano allo stesso risultato.
Un'ultima osservazione sulla procedura. A te sembrava utile un'indagine conoscitiva. Anche a me. Ma la maggioranza di centrodestra ha fatto ostruzionismo contro il disegno di legge, non ha voluto discuterne, come ho puntualmente riferito.
Ma a chiedere di essere ascoltati sono stati i sindaci e le organizzazioni non governative; a loro è stato detto di no dalla maggioranza. Gli altri interessi in campo non hanno espresso esigenze. Ringrazio perciò te di averle rappresentate e non da ora. Ti assicuro che le tue osservazioni non sono state assenti nella predisposizione di una posizione che ritengo responsabile verso l'Italia e l'Europa nel loro insieme.

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18 gennaio 2003
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