Legge 185

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 16 gennaio 2003

Le modifiche alla legge sul commercio delle armi
In Senato le inclinazioni di tanti cittadini
Un movimento che mette insieme esigenze molto diffuse


Mi fa piacere sapere, a proposito della modifica della legge sul commercio delle armi, che nell'aula del Senato vi è anche chi si batte per una politica "civile".
Ma "civile" in che senso? Principalmente - al di là delle implicazioni teoriche sottointese dal termine - perché opera all'interno delle istituzioni secondo linee che trovano un riscontro nelle inclinazioni di tanta parte della cittadinanza o, perlomeno, di quella parte di essa che si fa carico di costituire la trama fondamentale di questa società, supplendo anche alle mancanze di un ceto dirigente che ama invece andare a rimorchio degli umori di quella parte della popolazione più retriva e inerte.
Nonostante la maggioranza della popolazione sia senza dubbio scarsamente sensibile a certe tematiche un'altra parte - forse oggi non maggioritaria, ma non è detto che i rapporti non possano rovesciarsi, o che non stiano già modificandosi - le sarà sicuramente grata per il suo impegno.
Mi piace sperare che la questa battaglia possa risolversi in una vittoria dei principi basilari di umanità che lei afferma di voler sostenere concretamente.

Marco Gallo
Risponde Tino Bedin

Non credo sia "minoritario" nel suo insieme il movimento che si è creato attorno alle possibili modifiche della legge sul commercio delle armi. Forse è fatto da tante componenti di cittadini ciascuna minoritaria, ma il "movimento" mette davvero insieme aspirazazioni diffuse: la pace, un commercio mondiale che privilegi i bisogni, la riduzione del rischio di conflitti, la trasparenza delle grandi transazioni finanziarie, il ruolo dell'Europa, i compiti delle associazioni non governative...
C'è tutto questo attorno alla legge 185 del 1990: è davvero molto.

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16 gennaio 2003
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