Guerra in Iraq

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Mantova, 28 dicembre 2002

Nessuna ragion di stato può calpestare il diritto alla vita
Le semplici verità sulla guerra
da dire forte e chiaro in Parlamento

Ora la priorità è la coalizione per la pace


Gentili Parlamentari, grazie innanzi tutto per la Vostra risposta al nostro appello. Ci rinfranca che, questa volta, il problema sia sentito non solo dalla società civile, ma che cominci ad essere condiviso anche da una parte importante dei nostri rappresentanti politici.
Vorremmo che tutta l'opposizione, ma anche tutte le persone ragionevoli della maggioranza, dicessero forte e chiaro in Parlamento e in tutte le sedi e le occasioni istituzionali queste semplici verità:
CON LA GUERRA NON SI COMBATTE IL TERRORISMO, anzi si consolidano le basi per un suo inasprimento (ne è una tragica testimonianza anche l'ultima guerra all'Afghanistan);
CON LA GUERRA NON SI DIFENDONO I DIRITTI UMANI - PERCHE' LA GUERRA NON E' UMANITARIA, E' DISUMANA E INCIVILE (90% delle vittime sono sempre civili); LE GUERRE NON SONO INTELLIGENTI NE' CHIRURGICHE (l'esperienza, se non basta il buon senso, è lì a testimoniarcelo);
CON LA GUERRA NON E' LECITO ACCAPARRARSI RISORSE (la vera ragione per cui si organizzano queste guerre è legata al controllo delle risorse energetiche);
LA GUERRA COMINCIA CON UNA INFORMAZIONE DI GUERRA - che dunque va smontata con coraggio ed onestà;
LE GUERRE - O LE DIFESE - 'PREVENTIVE' SONO IL NUOVO OSSIMORO CON CUI SI TENTA OGGI DI GIUSTIFICARE INACCETTABILI AGGRESSIONI;
IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE NON E' UNA PURA FORMALITA', MA E' CIO' CHE IMPEDISCE AGLI STATI DI FARSI CIASCUNO LA PROPRIA GUERRA - con conseguenze immaginabili.
Ci sarebbe piaciuto che la Vostra ferma posizione di oggi si fosse espressa anche in altre occasioni recenti, come nel caso del voto sulla guerra in Afghanistan (7 novembre 2001) o della guerra nel Kosovo-Serbia. Certo, allora era più difficile sostenere una posizione di dissenso, ma è di coraggio che abbiamo bisogno.
Vi seguiremo con attenzione e Vi sosterremo in quello che deve essere un impegno prioritario per ogni cittadino e per ogni rappresentante politico: la difesa dei diritti umani e, tra questi, il diritto fondamentale: il diritto alla vita.
Nessuna "ragion di stato"o "di partito" può calpestare questo diritto, né renderci complici di un delitto dal quale non vi è ritorno.

Anna Baluganti, Elena Casaletti, Guido Cristini, Gino Goffredi, Marisa Mantovani, Claudia Pancera, Franco Reggiani
Risponde Tino Bedin
Gentili cittadine e cittadini, voi ci chiedete, mi chiedete, ragione di altre scelte: la partecipazione alla grande coalizione antiterroristica nell'autunno dello scorso anno; la partecipazione alla "ingerenza umanitaria" in Kosovo e in Serbia. Potrei rispondervi con le motivazioni politiche che hanno determinato il mio voto in quella occasione. Potrei rispondervi con le motivazioni politiche (e non solo etiche) al mio voto contrario all'invio di alpini sotto il comando americano per l'operazione "Libertà duratura".
So che non vi convincerebbero le prime motivazioni e che trovereste condivisibili le seconde.
So anche che - ed è questa in fondo la risposa che voi mi date e che io condivido - comunque oggi occorre una risposta diversa da quelle precedenti: la teorizzazione della guerra preventiva, la destrutturazione dell'Onu (entrambe proclamate dal presidente americano Bush) hanno cambiato la base giuridica internazionale, hanno cambiato la prospettiva di alleanze e di azioni di polizia internazionale. Oggi la prima essenziale coalizione non può che essere la coalizione per la pace. Il resto lo costruiremo (o lo ricostruiremo) quando la pace sarà tornata ad essere considerata un bene primario; il diritto primario.
Grazie del vostro sostegno e della vostra vigilanza. Mi auguro che anche con la vostra forza l'Ulivo abbia il coraggio della pace.

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28 dicembre 2002
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Tino Bedin