IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Sant'Ilario d'Enza (Reggio Emilia), 20 dicembre 2002 | |
Ordine del giorno del consiglio comunale di Sant'Ilario d'Enza Dare il giusto indennizzo agli ex lavoratori forzati nella Germania nazista In Senato un disegno di legge da discutere al più presto |
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Dopo gli avvenimenti dell'8 settembre 1943, la Germania deportò nei territori del Terzo Reich oltre 700 mila italiani, civili e militari e li costrinse al lavoro forzato nelle imprese tedesche come mano d'opera gratuita. In particolare, secondo un preciso piano, le forze armate italiane vennero disarmate ed i militari furono fatti prigionieri ed inviati ai campi di concentramento per essere impiegati nelle attività produttive del regime nazista. Nel settembre del 1943, su ordine di Hitler questi militari furono denominati Internati Militari Italiani (IMI); in pratica si attribuì loro uno status che, di fatto, li sottrasse ai benefici della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra del 1929 e al controllo e all'assistenza del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Dal settembre '43 al maggio '45, a seguito di un trattamento inumano, di violenze fisiche e morali, fame e malattie, oltre 50 mila militari e civili italiani persero la vita. Nell'estate del 2000 il Parlamento della Repubblica Federale Tedesca ha approvato la legge istitutiva della Fondazione "Memoria, Responsabilità e Futuro" ed ha stanziato 540 milioni di marchi per indennizzare tutti coloro che, ad opera del regime nazista, furono costretti al lavoro forzato o sottoposti a condizioni di schiavitù o subirono gravi ingiustizie. Secondo i dati dell'OIM, Organizzazione Internazionale per la Migrazione, partner della Fondazione "Memoria, Responsabilità e Futuro", circa 90 mila italiani hanno presentato domande per ricevere l'indennizzo nella convinzione che questa loro tragica esperienza fosse stata finalmente riconosciuta. Nell'agosto del 2001, allo scadere dei termini per la presentazione della domanda, il governo tedesco, dopo aver dato incarico al giurista di diritto internazionale Prof. Tomuschat di esprimere parere legale in merito alla personalità giuridica degli IMI, ha deciso di escludere dal risarcimento gli ex internati militari italiani equiparandoli, di fatto, ai prigioneri di guerra che la legge tedesca esclude dal beneficio. Il prof. Tomuschat ha affermato che IMI era solo un'etichetta e che perciò, in base a principi di diritto internazionale, gli IMI erano prigionieri di guerra e dunque obbligati al lavoro. che, con un'operazione alquanto discutibile, in un primo tempo, con Hitler, la Germania ha classificato i militari italiani come IMI e non dunque come prigionieri di guerra, mentre ora la stessa Germania li considera prigionieri di guerra privandoli così della possibilità di usufruire del beneficio istituito come riconoscimento dell'ingiustizia subita; che, molto probabilmente l'argomentazione cui è ricorso il governo tedesco per negare il risarcimento, intende legittimare una decisione del Ministero delle Finanze tedesco di escludere gli italiani dai pagamenti del fondo, dal momento che il loro numero, molto alto, supererebbe la somma prevista nel fondo per i risarcimenti dei lavoratori forzati dell'Europa occidentale; che, in Italia, il coordinamento tra associazioni, enti, sindacati e patronati che si sta battendo per opporsi all'esclusione degli IMI dal programma di indennizzo predisposto dal governo tedesco, ha definito questa situazione un clamoroso falso giuridico e storico; che sulla questione sono state presentate in Parlamento sei proposte di legge (tre alla Camera e tre al Senato) da parte di parlamentari appartenenti sia alle forze di maggioranza che a quelle dell'opposizione e che in particolare le proposte presentate alla Camera dei Deputati sono attualmente in corso di esame in commissione referente; che queste proposte, che sono sostanzialmente simili fra loro, chiedono che la Repubblica Italiana riconosca il sacrificio dei propri cittadini militari e civili deportati, internati e costretti al lavoro forzato nei lager nazisti e nei territori del Terzo Reich dallo stesso occupato militarmente, attraverso la concessione ai superstiti di una medaglia d'onore, di un indennizzo in denaro, a carattere simbolico e l'istituzione di una giornata in memoria dei militari italiani caduti nei campi di internamento tedesco; preoccupato che le attese di tanti cittadini italiani, anche residenti nel nostro comune, non tanto e non solo di ricevere un indennizzo economico ma anche e soprattutto di vedere riconosciuta la partecipazione ufficiale alla loro sofferenza, rimangano senza risposta; considerando un dovere morale e civile il riconoscimento del sacrificio dei cittadini italiani, militari e civili, deportati e costretti al lavoro forzato nei territori del Terzo Reich durante l'ultimo conflitto mondiale; al Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, che ha già manifestato un interessamento a questo caso, di proseguire nella Sua azione e di manifestare apertamente il Suo appoggio a questa causa; al Governo di porre in essere ogni iniziativa politica e diplomatica affinchè la Germania modifichi il suo orientamento, riconsideri la questione degli IMI e conceda il preannunciato indennizzo; ai parlamentari, di ogni schieramento politico, di operare affinchè sia trovata celermente, sulla base delle proposte di legge giacenti in Parlamento, un'equa soluzione legislativa a questo problema anche in Italia. | |
Sveno Ferri sindaco |
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Risponde Tino Bedin Il tema giustamente sollevato dal consiglio comunale di Sant'Ilario d'Enza è oggetto di un disegno di legge da me presentato ormai da parecchi mesi. Mi auguro che la Commissione Difesa del Senato lo metta al più presto all'ordine del giorno.
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28 dicembre 2002 di-157 |
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