Non disponiamo d'altro, solo di un computer, e di un
comunicato stampa, ed è poco, troppo poco per comunicare ai cittadini del
nostro paese, ai movimenti, alla società civile, l'enorme preoccupazione ed
indignazione che ci attanaglia per ciò che sta succedendo al parlamento nel
corso del dibattito sulla finanziaria. Dove con un emendamento all'art.113 del testo unico, presentato dagli On. Bassanini, Morando e Amato dei DS, se approvato costringerà in un solo
colpo tutti comuni d'Italia a privatizzare i propri acquedotti andando,
senza
passaggi transitori alcuno, direttamente alle gare d'appalto.
Un durissimo colpo, una scelta ideologica, che stronca il dibattito e le
iniziative in corso nelle realtà locali, comunali e regionali di tutto il
paese e dello stesso centro sinistra.
Era già successo la scorsa settimana. Allora i presentatori furono
trasversalmente gli On. Tabacci, Grillo e Bassanini, rispettivamente CDU,
Forza Italia, DS. Furono costretti al ritiro per le proteste scoppiate sia nel centro destra
che nella sinistra. Oggi ci riprovano da soli alcuni DS. Presentandosi così
al paese come i campioni senza ripensamenti e senza titubanze delle
privatizzazioni, nonostante si sia avviato anche in Italia un dibattito sui
vantaggi di questa opzione. Campioni che non arretrano di fronte a nulla,
nemmeno al sacrosanto principio dell'acqua diritto umano e bene comune.
Eppure anche all'interno dell'ONU dopo la vergogna di Johannesburg ci sono
stati i primi segnali di un ripensamento. Il Comitato di esperti sui
diritti
economici, culturali e sociali delle Nazioni Unite ha sancito, in un suo
Rapporto pubblicato a Ginevra a fine novembre che l'accesso all'acqua è un
diritto e l'acqua deve essere considerata come un "bene comune".
È dunque preoccupante che in Italia si faccia avanti una tendenza in
contrasto con le riflessioni in atto a livello internazionale, soprattutto
se si pensa che nessun paese al mondo ha finora reso obbligatoria per legge
la privatizzazione dell'acqua. Con questo emendamento alla Finanziaria una
parte della sinistra rende l'Italia primatista mondiale in privatizzazioni,
battistrada in Europa, capofila nella svendita del patrimonio idrico alle
multinazionali francesi e tedesche: Vivendi, Lyonnes des eaux, Thams Water,
RWE ecc.
Brutta cosa, se si pensa che una scelta così grave viene presa nel silenzio
e nella più completa disinformazione dei cittadini. Non nascondiamo un
certo
senso di impotenza nel consegnare alla rete questo comunicato per
l'isolamento e l'indifferenza in cui maturano certe scelte contro le quali
come Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull'Acqua, siamo
impegnati da tempo in un'opera di sensibilizzazione e di informazione.
Chiediamo, come Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua che
il presente Comunicato venga accolto e rilanciato dai mass - media, ripreso
dai movimenti, si moltiplichi in rete e si trasformi in proteste diffuse,
nell'auspicio che la sinistra italiana ripensi profondamente e in maniera
più avanzata la propria posizione sulla privatizzazione dell'Acqua.
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