Penso che un po' tutti abbiamo "sofferto" per le modalità e procedure mediante le quali si é pervenuti all'appuntamento del Congresso regionale della Margherita. Ma con molto realismo (nel senso più positivo e "virtuoso" del termine) credo che si debba dire che lo stesso non è che la logica conclusione del processo iniziatosi, per noi padovani, con il Congresso di Abano. Basti considerare che in questi giorni, a noi Portavoce di Circolo, è pervenuto il materiale per il Tesseramento 2002/2003, il primo nella storia della Margherita, indicante il termine ultimo di scadenza: marzo 2003. Sinora, quei circoli (ma quanti sono ?) che hanno un po' lavorato, lo hanno fatto forti dell'adesione, ma non della iscrizione, dei soci con l'appropriato significato che ai due termini si deve dare e quindi come si sarebbe potuto, alla fine, dare corretta e compiuta rappresentanza ai fini congressuali ? E perchè allora non cominciare dalle realtà delle singole province ?. Penso peraltro che molto impegno, da parte di tutti, sia da porre ancora per amalgamare e consolidare (pur nelle legittime diverse sensibilità) un comune patrimonio di cultura politica e di progettualità programmatica, "per concludere la costruzione definitiva della Margherita quale soggetto politico dei moderati dell'Ulivo."(vedi Il Popolo 5 dic. 2002 pag.5 "la ricetta dell'amalgama") Il momento politico che stiamo vivendo, credo non ci sia proprio dubbio, non può non suscitare grande preoccupazione sul piano istituzionale, sociale, economico per l'atteggiamento irresponsabile e per gli indirizzi dell'attuale accozzaglia di maggioranza. E' tempo di dare, tutti secondo le proprie disponibilità, un contributo sincero ed aperto per preparare le condizioni del cambiamento supportando, anche con critiche e nuove idee, il lavoro di quanti, amministratori e non, si stanno adoperando per dare consistenza e visibilità alla presenza della Margherita nella società locale e nazionale.
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Risponde Tino Bedin
È stato bene fare il congresso regionale anche se il partito della Margherita ancora non è compiuto? Alcune delle difficoltà emerse durante e dopo l'assemblea alla fiera di Padova presuppongono, probabilmente, questa domanda precedente. Io credo che i risultati positivi superino quelli negativi e quelli problematici. Mi pare che ancora una volta il Veneto abbia dato un segnale nazionale. Aggiungo che i "commenti" al congresso stanno contribuendo a "mescolare" il partito, che è una delle azioni indispensabili alla sua vitalità. L'assetto organizzativo è più completo: restituisce autonomia al gruppo consiliare regionale (al quale va dato atto del ruolo di supplenza positiva svolto in particolare da Achille Variati) e dà avvio al partito vero e proprio. La consapevolezza che siamo ancora all'avvio, in Veneto ed in Italia, può aiutare a considerare le manchevolezze come le opportunità per il lavoro di chi maggiormente le ha avvertite.
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