Franco Zucchini Sarzana

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Sarzana, 5 dicembre 2002

Nonostante la conferma delle capacità degli scienziati
La lenta agonia della ricerca in Italia
Gli investimenti non possono dipendere dal "buon cuore" degli italiani


Onorevole senatore, la Commissione Bilancio si appresta a terminare i suoi lavori e, dal 9 dicembre, la discussione si sposterà nell'aula di palazzo Madama.
Le notizie che, quotidianamente, vengono riportate sulla stampa evidenziano una lenta agonia per la ricerca, o meglio sembrano già decretarne la morte. Ho già più volte sollecitato la sua attenzione, e quella degli onorevoli colleghi, su una proposta che, potrebbe non essere condivisibile, ma che penso varrebbe la pena di valutare attentamente. Due poli opposti difficilmente si attraggono: la ricerca richiede massicci investimenti ed il bilancio dello stato non dispone risorse in tal senso. Da questa situazione di stallo è difficile muoversi se non si fa ricorso a fonti di finanziamento alternative che, in un certo qual modo, non incidano sulle entrate della finanziaria.
Nonostante l'insistenza di Ciampi, di Pera, della Confindustria e di molte ed illustri personalità della comunità scientifica e nonostante maggioranza ed opposizione sembrino marciare compatte sulla necessità di potenziare la ricerca italiana, il governo non riesce a trovare i fondi. Ed è un vero peccato perchè, ancora ieri, due importanti notizie: la scoperta della mappa del DNA del topo (ad opera di un consorzio che comprende anche laboratori italiani) e la scoperta dei geni che riparano il DNA (da attribuirsi ad una scienziato italiano ed annunciata in occasione di un congresso di oncologi a Rovigo) aprono la porta a spiragli fino a poco tempo fa innaspettati. Spiragli che non possono essere soffocati ma che anzi devono trovare nuova e vitale linfa con l'incremento delle strutture, dei laboratori e dei mezzi finanziari necessari per poter attuare anche in Italia, dal momento che - come sembra - i cervelli non mancano, una vera e propria politica di ricerca.

Franco Zucchini
Risponde Tino Bedin
La ricerca, l'innovazione, la sperimentazione non possono essere relegate - come fa l'attuale governo - a materie residue, cui destinare risorse finanziarie sempre minori e per le quali affidarsi al "buon cuore". La legge Finanziaria in discussione è colpevole sotto questo aspetto: proprio nel momento in cui, anche dalla parabola della Fiat, emerge la necessità di una presenza dello Stato non tanto nella gestione dell'economia quanto nella individuazione e nella proposta di un "sistema Italia" che si costruisce appunto con l'innovazione, il governo Berlusconi tagli i fondi alla ricerca. C'è stata la rivolta delle università, ma finora senza risultati.

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5 dicembre 2002
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Tino Bedin