IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Internet, 25 ottobre 2002 | |
Il video sulle votazioni della legge Cirami Il maldestro uso delle mani dei senatori pianisti La battaglia mediatica è venuta dopo quella parlamentare |
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Paola |
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Risponde Tino Bedin Gentile signora Paola, sulla legge Cirami abbiamo fatto prima di tutto il nostro lavoro parlamentare. I colleghi della commissione Giustizia hanno predisposto e motivato gli emendamenti indispensabili per evitare la vergogna di leggi "personali". Noi delle altre commissioni, anch'io ho fatto la mia parte, abbiamo collaborato sia all'azione ostruzionistica in commissione sia al tentativo di far saltare la manovra berlusconiana in aula con una presenza massiccia. Questa azione parlamentare è stata ed è importante per le istituzioni: questa ulteriore "legge-vergogna" è passata con la foza dei numeri e non delle idee; gli atti parlamentari - che in parte sono anche storia della Repubblica - lo documentano e lo documenteranno. Ora è stato proprio perché si è visto che la maggioranza, oltre alla forza dei numeri (che è un elemento della democrazia) non ha esitato a ricorrere ad altri mezzi per assicurarsi non solo il risultato ma anche la rapidità del risultato, che è stato deciso di documentare lo svolgimento della seduta. Non è che un piccolo stralcio di immagini: l'intero... film avrebbe mostrato le decine e decine di volte in cui si è invocato e urlato da parte dell'Ulivo un controllo accurato dei votanti; controllo che l'accelerazione frenetica che soprattutto la presidenza della seduta svolta dal leghista Calderoli rendeva problematica. Sono 26 le immagini, filmate della troupe televisiva di "Striscia la notizia" di senatori della CdL che votano per conto di altri. "Lo spettacolo offerto dai pianisti al Senato - detto il presidente del Ccd Marco Follini - è stato a dir poco penoso. Spero che quelli, tra i nostri, che hanno votato per i colleghi, chiedano scusa. Se non lo fanno, lo faccio io per loro". Ma al di là delle scuse, si tratta di una palese violazione dell'art. 64 della Costituzione che dice in maniera tassativa che perché una legge sia valida serve che in aula vi sia la maggioranza dei componenti. A noi erano spesso venuti i dubbi che fossimo in numero legale, perché il conto visivo dei senatori spesso non tornava. La Margherita aveva già sollevato il problema, un anno fa, con il presidente del Senato, attraverso una lettera, dopo l'approvazione della legge sulle rogatorie. Ora non si esclude la possibilità di chiedere l'intervento della Corte costituzionale, ma intanto serve un intervento immediato del presidente Pera per ripristinare la garanzia della legalità nelle votazioni delle leggi a Palazzo Madama. Insomma l'operazione mediatica c'è stata, ma successiva all'azione parlamentare, con due obiettivi: richiamare l'opinione pubblica sulla ulteriore debolezza della legge Cirami dal punto di vista istituzionale e assicurare al nostro lavoro parlamentare almeno le regole del gioco. La maggioranza di centrodestra non si è infatti curata di un fatto elementare e cioé che la polemica sulla legge Cirami avrebbe dovuto comportare una maggiore attenzione sulle modalità di voto. Recuperare il senso delle istituzioni è quanto si chiede alla maggioranza, che proprio perché è la più ampia che si sia mai avuta, non può "strafregarsene" delle regole, delle procedure, delle formalità parlamentari. Aggiungo una informazione. Duecentosessanta euro di multa, pari a circa 500 mila delle vecchie lire, e il ritiro cautelativo della tessera di votazione: tanto può costare al senatore "pianista" il virtuosismo di votare contemporaneamente per uno o più colleghi assenti dall'aula. Il regolamento prevede che il presidente, se constata la presenza nel sistema di una tessera di votazione malgrado l'assenza del titolare, ne dispone intanto l'immediato ritiro. E poi, "accertati i fatti", può ordinare la restituzione della tessera e disporre, nei confronti del senatore "pianista", la detrazione di 260 euro dalla diaria. Aggiungo una annotazione: come era avvenuto alla Camera, anche al Senato l'Ulivo ha fatto una unica dichiarazione di voto finale: Gavino Angius ha parlato ha parlato anche a nome di Boco, Bordon, Marini e Marino. È una bella notizia in una giornata brutta per la Repubblica. Detto questo, la ringrazio di aver mandato a me le sue considerazioni. Non avendo mai avuto la necessità di usarla, non avevo notato la mancanza di una casella pubblica di posta del presidenza Bordon. Glielo segnalerò.
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26 ottobre 2002 di-133 |
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