Legge Cirami

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Internet, 25 ottobre 2002

Il video sulle votazioni della legge Cirami
Il maldestro uso delle mani dei senatori pianisti
La battaglia mediatica è venuta dopo quella parlamentare


Caro Senatore Bedin, scrivo a lei, visto che il presidente del gruppo Margherita non ha pubblicizzato una casella e.mail pubblica sul sito del Senato.
Scrivo per complimentarmi per la prima azione concreta - e ben congegnata - contro lo scandaloso fenomeno dei "pianisti".
In un Paese dove le espressioni "Stato di diritto" e "democrazia" stanno sempre più perdendo il loro sacro significato, trovo abberrante che nell'assemblea regina della nostra democrazia si consenta che siano calpestate in modo plateale le regole fondamentali senza che nessuno muova un dito, lasciando anzi che altri muovano le mani, in modo così arrogante e (fortunatamente) maldestro.
Spero che la promessa del vostro leader di "andare avanti" in questa storia, eventualmente fino a porre in discussione la posizione del Presidente Pera venga mantenuta.
Dopo la delusione per la mille volte annunciata (dai Ds) e mai attuata promozione del referendum per l'abrogazione della legge sulle rogatorie, spero che, in questo caso, mostrerete a me, come ad ogni altro cittadino, che ancora qualcuno ritiene che le Istituzioni e quel che rappresentano devono essere difesi da chi li disprezza e li umilia con comportamenti inqualificabili. Mi auguro, in altre parole che le battaglie che combattete non abbiano solamente finalità mediatiche.

Paola
Risponde Tino Bedin
Gentile signora Paola, sulla legge Cirami abbiamo fatto prima di tutto il nostro lavoro parlamentare. I colleghi della commissione Giustizia hanno predisposto e motivato gli emendamenti indispensabili per evitare la vergogna di leggi "personali". Noi delle altre commissioni, anch'io ho fatto la mia parte, abbiamo collaborato sia all'azione ostruzionistica in commissione sia al tentativo di far saltare la manovra berlusconiana in aula con una presenza massiccia.
Questa azione parlamentare è stata ed è importante per le istituzioni: questa ulteriore "legge-vergogna" è passata con la foza dei numeri e non delle idee; gli atti parlamentari - che in parte sono anche storia della Repubblica - lo documentano e lo documenteranno.
Ora è stato proprio perché si è visto che la maggioranza, oltre alla forza dei numeri (che è un elemento della democrazia) non ha esitato a ricorrere ad altri mezzi per assicurarsi non solo il risultato ma anche la rapidità del risultato, che è stato deciso di documentare lo svolgimento della seduta. Non è che un piccolo stralcio di immagini: l'intero... film avrebbe mostrato le decine e decine di volte in cui si è invocato e urlato da parte dell'Ulivo un controllo accurato dei votanti; controllo che l'accelerazione frenetica che soprattutto la presidenza della seduta svolta dal leghista Calderoli rendeva problematica.
Sono 26 le immagini, filmate della troupe televisiva di "Striscia la notizia" di senatori della CdL che votano per conto di altri. "Lo spettacolo offerto dai pianisti al Senato - detto il presidente del Ccd Marco Follini - è stato a dir poco penoso. Spero che quelli, tra i nostri, che hanno votato per i colleghi, chiedano scusa. Se non lo fanno, lo faccio io per loro".
Ma al di là delle scuse, si tratta di una palese violazione dell'art. 64 della Costituzione che dice in maniera tassativa che perché una legge sia valida serve che in aula vi sia la maggioranza dei componenti. A noi erano spesso venuti i dubbi che fossimo in numero legale, perché il conto visivo dei senatori spesso non tornava. La Margherita aveva già sollevato il problema, un anno fa, con il presidente del Senato, attraverso una lettera, dopo l'approvazione della legge sulle rogatorie. Ora non si esclude la possibilità di chiedere l'intervento della Corte costituzionale, ma intanto serve un intervento immediato del presidente Pera per ripristinare la garanzia della legalità nelle votazioni delle leggi a Palazzo Madama.
Insomma l'operazione mediatica c'è stata, ma successiva all'azione parlamentare, con due obiettivi: richiamare l'opinione pubblica sulla ulteriore debolezza della legge Cirami dal punto di vista istituzionale e assicurare al nostro lavoro parlamentare almeno le regole del gioco. La maggioranza di centrodestra non si è infatti curata di un fatto elementare e cioé che la polemica sulla legge Cirami avrebbe dovuto comportare una maggiore attenzione sulle modalità di voto. Recuperare il senso delle istituzioni è quanto si chiede alla maggioranza, che proprio perché è la più ampia che si sia mai avuta, non può "strafregarsene" delle regole, delle procedure, delle formalità parlamentari.
Aggiungo una informazione. Duecentosessanta euro di multa, pari a circa 500 mila delle vecchie lire, e il ritiro cautelativo della tessera di votazione: tanto può costare al senatore "pianista" il virtuosismo di votare contemporaneamente per uno o più colleghi assenti dall'aula. Il regolamento prevede che il presidente, se constata la presenza nel sistema di una tessera di votazione malgrado l'assenza del titolare, ne dispone intanto l'immediato ritiro. E poi, "accertati i fatti", può ordinare la restituzione della tessera e disporre, nei confronti del senatore "pianista", la detrazione di 260 euro dalla diaria.
Aggiungo una annotazione: come era avvenuto alla Camera, anche al Senato l'Ulivo ha fatto una unica dichiarazione di voto finale: Gavino Angius ha parlato ha parlato anche a nome di Boco, Bordon, Marini e Marino. È una bella notizia in una giornata brutta per la Repubblica.
Detto questo, la ringrazio di aver mandato a me le sue considerazioni. Non avendo mai avuto la necessità di usarla, non avevo notato la mancanza di una casella pubblica di posta del presidenza Bordon. Glielo segnalerò.

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26 ottobre 2002
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