IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Farra di Soligo (Treviso), 23 ottobre 2002 | |
Le presunte richieste allo Stato italiano I signori Savoia non hanno titolo a privilegi Se non gli va bene fare i cittadini, restino dove sono |
|
| |
Maurizio Nadai |
|
Risponde Tino Bedin I Savoia avevano detto che sarebbero tornati da privati cittadini. L'avvocato di Treviso, l'agricoltore di Valdobbiadene, il commerciante di Padova hanno tutto quello che chiedono i Savoia? Non mi pare. E allora vogliono un consiglio? Restino dove sono. Bisogna dire che i Savoia hanno smentito ogni richiesta di privilegi; poi hanno avviato un'inchiesta interna per scoprire chi sia stato il "corvo reale" che ha parlato con il governo. Il quale governo non è stato molto chiaro: ha lasciato intendere per tutto un giorno che della cosa si sia discusso al Consiglio dei ministri; solo alla sera ed il giorno dopo ha negato che l'argomento privilegi dei Savoia fosse all'ordine del giorno. Il mio pensiero è semplice: come ho detto, facciano i cittadini e basta. Devo aggiungere che al momento del voto parlamentare mi ero preoccupato soprattutto di eventuali azioni patrimoniali dei Savoia nei confronti della Repubblica italiana. Il tema è ritornato di attualità in questi giorni: assieme alla richiesta di benefit (senza paternità), è stata sollevata l'ipotesi di possibili risarcimenti che i Savoia potrebbero chiedere allo Stato dopo il loro rientro anche grazie alla causa in corso in Europa. Ma a Strasburgo l'aspetto esproprio delle proprietà dei Savoia non è in discussione. "La causa non riguarda l'articolo 1 del protocollo 1 (diritto alla proprieta) della Convenzione europea dei diritti umani", ha confermato il giudice Vitaliano Esposito, "difensore" del governo italiano a Strasburgo. Nel ricorso presentato nel 1999 Vittorio Emanuele aveva denunciato una possibile violazione del suo diritto alla proprietà in base al protocollo 1, affermando che la XIII norma "lo ha privato delle sue proprietà". La Corte ha però già escluso questo punto nella decisione sulla ricevibilità del ricorso un anno fa, ricordando che le decisioni di esproprio erano state prese prima dell'entrata in vigore, avvenuta in Italia nel 1955, della Convenzione europea, le cui disposizioni non hanno effetto retroattivo.
|
|
Partecipa al dialogo su questo argomento |
VAI ALLA PAGINA PRECEDENTE | STAMPA LA PAGINA | VAI A INIZIO PAGINA |
23 ottobre 2002 di-127 |
scrivi
al senatore Tino Bedin |