Confcooperative solidarietà

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Rimini, 2 ottobre 2002

La trasparenza della legge 185/90 va applicata anche alle coproduzione internazionali
Garantire vigilanza e controllo sull'utilizzo nel mondo
delle armi prodotte in Italia

I veri rischi non sono però nell'acordo europeo


In occasione del dibattito e votazione al Senato della Repubblica del disegno di legge 1547, le chiedo di aprire una riflessione all'interno del suo Gruppo sulla opportunità di approvare una normativa che non garantisca un livello elevato di vigilanza e controllo sull'utilizzo nel mondo delle armi o i pezzi di arma prodotta in Italia.
L'accordo che si andrebbe a ratificare, così come è formulato, a nostro giudizio non contiene tutte queste garanzie. Le chiedo quindi che le norme, i principi, i divieti, i controlli e la trasparenza contemplati dalla legge 185/90 siano applicati anche alle forme di coproduzione internazionale di materia dell'armamento.
In particolare, anche nel caso di programmi di cooperazione (coproduzioni, joint-ventures, consorzi, fusioni, subforniture, ecc..) identifichiamo i seguenti punti irrinunciabili. Si richiede, insieme agli aderenti alla Campagna in difesa della legge 185/90:
1) di sapere, sin dalla fase autorizzatoria, destinatario intermedio e finale della coproduzione trasnazionale in materia di armamento;
2) di sapere, numero, valore, spese per intermediazione finanziaria e destinazione precisa (impresa e Paese di destinazione intermedia, Paese di destinazione finale) di ciascun pezzo e componente esportato;
3) di conoscere le banche d'appoggio alle esportazioni di singoli pezzi e componenti delle coproduzioni (con dati relativi a valore, destinatario intermedio e finale, industria di riferimento);
4) di garantire adeguati controlli sia sull'uso finale (certificato di uso finale e controlli successivi) che sulle motivazioni di pezzi e componenti (certificato di arrivo a destinazione e controlli doganali);
5) di applicare, anche nel caso di coproduzioni, i divieti di cui all'art. 1.6 della legge, sia sul destinatario intermedio che su quello finale;
6) di mantenere il potere di indirizzo e controllo parlamentare, quale previsto dalla legge;
7) di riportare tutti i dati relativi alle coproduzioni di cui sopra (numero e tipo di pezzi e componenti, relativo valore, industria produttrice, industrie coproduttrici, Paesi di destinazione intermedia, Paesi di destinazione finale, spese per intermediazione) nei vari allegati della relazione annuale del Presidente del Consiglio (Esteri, Difesa, Tesoro, Finanza, Industria);
8) che sia mantenuto ed affermato anche in sedi sopranazionali, quale condizione irrinunciabile, il principio che informa tutta la legge vigente secondo cui le esportazioni di armi sono subordinate alla politica estera del Paese intesa come orientata alla pace ed alla sicurezza internazionale, tutela dei diritti umani, sviluppo e cooperazione).
Tutti i punti di cui sopra dovranno essere specificati per legge, presenti e tutelati anche in eventuali accordi internazionali, cui l'Italia intenda partecipare.

Don Oreste Benzi
presidente
Comunità Papa Giovanni XXIII
Risponde Tino Bedin
Condivido le indicazioni e cercherò - come ho fatto in questi mesi - che si crei in Senato una maggioranza che le approvi, anche se finora governo e centrodestra sono stati sordi. Ribadisco comunque che l'accordo internazionale che dà lo spunto al disegno di legge non riduce la trasparenza; sono le modifiche proposte dal governo alla legge nazionale il vero rischio.

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11 ottobre 2002
di-118
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Tino Bedin