Confcooperative solidarietà

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 1 ottobre 2002

L'Aula del Senato ha evitato un pericoloso passo indietro
Bloccata la lobby delle gare d'appalto
al massimo ribasso

La cooperazione sociale è un parner degli enti locali


Caro Senatore, intendo ringraziarla per aver sostenuto le nostre richieste. Grazie al suo appoggio in Aula degli emendamenti al DDL 848, volti ad eliminare le modifiche inserite sulla legge Salvi (327/00) durante i lavori in Commissione, lei ha contribuito al mantenimento e all'integrità di una legge che per il mondo della cooperazione sociale rappresenta vitale importanza. L'eliminazione delle Tabelle definite dalla legge 327/00, come prevedeva il nocivo emendamento approvato in Commissione, avrebbe favorito le lobby delle gare d'appalto al massimo ribasso ostacolando l'impegno di quanti stanno combattendo il lavoro nero e sommerso. Si sarebbe verificato un grave passo indietro, che avrebbe mortificato le potenzialità del terzo settore maturate e dimostrate in questi anni.
La garanzia di chiare regole e la loro applicazione trasparente nell'ambito delle gare d'appalto è una questione di legalità irrinunciabile. Il rispetto della legalità, a sua volta, garantisce alle singole persone la libertà di valutazione e scelta e alle comunità locali di non disperdere il proprio capitale sociale.
Grazie anche al suo operato sarà possibile continuare ad operare perché ciò avvenga.

Franco Marzocchi
presidente Federsolidarietà
Risponde Tino Bedin
È stata in particolare l'ultima delle ragioni che lei elenca, quella che mi ha indotto a bloccare il tentativo che era riuscito in commissione: si trattava di evitare che le comunità locali disperdessero il proprio patrimonio sociale. Conoscendo molti sindaci ed amministratori locali attenti e scrupolosi, sapevo le difficoltà in cui avrebbero potuto trovarsi nel non poter avere nella cooperazione sociale territoriale un partner nelle risposte ai bisogni della parte debole della loro comunità.
Spero che questo voto aiuti anche altri parlamentari a valutare le decisioni e il futuro non solo in termini economici.

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11 ottobre 2002
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Tino Bedin