Alpini e Afghanistan

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Cadoneghe (Padova), 10 ottobre 2002

Non esiste solo la guerra per risolvere i conflitti
Le armi non si trasformano in aratri
con uno schiocco delle dita

Interpretare i propri elettori anche votando "no" agli alpini in "Libertà duratura"


Caro Tino, la maggioranza parlamentare quando vuole coinvolgere la sinistra in operazioni di qualsiasi ordine chiede che le decisioni vengano votate, anche quando non ce ne sarebbe bisogno, garantendosi la certezza che, a posteriori, nessuno possa rinculare. I meriti, sono personali, gli errori si dividono. È uno schema. Nel caso in questione tu hai agito bene e non solo sul piano politico come affermi, ma soprattutto su quello coscienziale. Hai interpretato perfettamente l'opinione dei cittadini comuni, come me, che non amano la guerra, e che ritengono che certa parte del mondo sia, assieme al Medio Oriente, un cancro incurabile, da questo punto di vista.
Non esiste solo la guerra per risolvere i conflitti, lo sappiamo, ma se la diplomazia e servizi segreti non si muovono come dovrebbero è perché c'è interesse di continuare così, è perché si premia la forza che oltre ad essere statura o simbolo di superiorità, consegue sbocchi economici anche nel commercio delle armi. Ma l'uomo della strada del mondo, che delle armi non ne faccia prima forma di sostentamento, non ha vantaggi dalla guerra ma solo mali, dolore, sofferenza, povertà, miseria morale. La guerra collassa l'integrità della specie più che la piaga della droga e, putacaso, proprio l'Afghanistan si nutre di entrambe. Risanare quell'area con un'azione di guerra è voler trasformare la società in un lasso di tempo impossibile. L'economia non è cosa che risolva la situazione delle famiglie afgane nell'immediato, giusto con un colpo di stato o una vittoria sul campo. Ha i suoi tempi, le armi non si trasformano in aratri con uno schiocco delle dita. Vi sono interessi troppo grandi in gioco, sono gli stessi che Bin Ladin (e quelli di lui) e gli americani, ciascuno per parte sua, vogliono mantenere.
La vendetta è un sentimento spontaneo quando sono stati colpiti i propri familiari o connazionali, ma non porterà la soluzione della pace mondiale. Nel mondo vi sono troppe disparità e dislivelli di ricchezza. Il pianto delle vedove e degli orfani è un grido lacerante che aumenta sempre più. Sanno qualcosa costoro di strategie politiche o militari o economiche? Sanno qualcosa di benessere?
Hai fatto bene a votare no e mantieniti coerente per il futuro. Quando lascerai il posto di parlamentare, rimarrai comunque un uomo e se un uomo non è in pace con la propria coscienza a poco gli è valso essere stato uno stratega politico, anche se di successo. Non è il caso tuo, ma credimi non c'è paga nell'insuccesso interiore.
Berlusconi e Bush sono amici? Da quando? Non conosco la loro vita privata tuttavia l'invito di Camp David lascia pensare che possa esservi un'intesa. Cosa cerca Berlusconi, forse, dopo essersi tirato fuori dalle beghe nazionali mettendosi in politica, comperandosi una fetta d'italia, di quell'Italia sbandata del post giustizialismo politico, adesso cerca consensi oltr'alpe che gli accertino il pedigrée di bonus pater familias o progetta nuove avventure commerciali? Non gli bastano tre reti televisive con tutto il resto? Vuole essere il nuovo Paperon De Paperoni disneyano? La sinistra dovrebbe avere "buonsenso", dice lui, è un termine ricorrente; quel buonsenso che ha la destra? Lo stesso? Quel buonsenso che fa della guerra un merito presso gli "alleati". Non dobbiamo niente all'America, la storia della liberazione è una farsa. La maggioranza ci tiene alla guerra perché con essa si fanno buoni affari di ricostruzione e si mettono i popoli liberati nella condizione di sentirsi debitori.
Perché si vuole mandare i nostri Alpini là, ora, sapendo che in quella trappola non ci sono riusciti eserciti più forti del nostro? Ci voleva l'assenso di tutto il Parlamento? Dimentichiamo la Costituzione, la dimentichiamo spesso e mi domando perché si scrivono certe carte se poi vengono scordate o eluse. L'Italia non incoraggia la guerra, in nessuna forma che non sia difensiva. Contro le BR, gli americani, gli inglesi o altri sono intervenuti? Chi ci ha aiutato nel Caso Moro? Il terrorismo non è più locale, d'accordo, ma è sempre terrorismo? Le multinazionali non hanno mai fatto qualcosa di sbagliato con l'appoggio degli Stati? C'è tanto marcio su questa terra!
L'Europa è ancora tanto giovane, non è ancora potenza militare e per ora l'Onu dovrebbe, e solo lui, essere il punto di riferimento dell'Italia. L'America non può fare da regista [d)], può collaborare. La sua strapotenza bellica non la mette su di un piedistallo. Gli stati sono autonomi e decidono su mandato dei loro popoli. Non vi sono supervisori che coartano i popoli. Altrimenti di quale libertà parlano gli USA? Sì, sono portatori di quali libertà, sono esempi di quale democrazia? E se anche questa loro democrazia fosse perfetta chi doloro il diritto di esportarla per forza. Se i popoli destinatari non sono ancora pronti, gli facciamo la guerra per portargliela? Perché dividere il mondo? La storia ci ha insegnato che le divisioni sono sempre state a favore dei guerrafondai. Mi fermo qui.
Ciao Tino e grazie ancora per quel NO.

Tommaso Tanca
Risponde Tino Bedin
Caro Tommaso, ti ringrazio di aver commentato i punti di discussione della mia Lettera dal Senato. Le tue osservazioni sono così interessanti che richiederebbero un'altra lunga lettera per approfondirle. Mi auguro che anch'esse servano ad una più ampia discussione tra cittadini.
Proprio perché lo sottolinei nella tua lettera, aggiungo una ragione al mio voto contro l'impiego degli alpini nell'operazione "Libertà duratura": ero convinto (e la convizione si è rafforzata) di svolgere il mio mandato parlamentare, cioè di votare per conto delle decine di migliaia di persone che mi hanno affidato il loro voto il 13 maggio 2001; non di tutte, certo, ma di una maggioranza ampia. A me pare che i voti ricevuti siano un patrimonio prezioso da utilizzare facendo molta attenzione a non spenderlo contro la volontà dei "titolari".

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11 ottobre 2002
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