IN DIALOGO TRA CITTADINI

Verona, 23 settembre 2002

Di fronte alla teoria della "guerra preventiva"
Per l'Ulivo il tempo del coraggio della pace
Posizioni che determinino cambiamenti nelle scelte internazionali


Proprio ieri Bush ha formalizzato la pazzesca dottrina della "guerra preventiva": a chi toccherà la prossima volta? Dobbiamo prepararci ad un futuro da incubo? Che senso ha tutto questo accanimento contro l'Iraq, quando Bin Laden è ancora una minaccia ben più pericolosa? E' evidente che Bush utilizza la guerra al terrorismo come un pretesto che nasconde più bassi interessi strategici, geopolitici ed economici. Ecco perchè non è più il tempo delle sottigliezze e dei distinguo: occorre il coraggio di affermare che la guerra all'Iraq, ONU o non ONU, è immorale, illegale e pericolosa per il mondo intero.
Quando sarà il momento di parlare di queste cose in Parlamento, mi aspetto questo coraggio anche da tutto l'Ulivo compattamente, senza ma, senza se e senza distinguo.

Luca Salvi

Risponde Tino Bedin
L'idea che gli italiani hanno della possibile guerra preventiva aiuta l'Ulivo ad avere coraggio. L'opinione pubblica è chiaramente ostile a decisioni non motivate, che mettono a rischio l'Italia e anche il pensiero sul quale la nostra società è cresciuta.
Ci vuole altrettanto coraggio per l'Ulivo a costruire nella società, e prima al proprio interno, posizioni che consentano all'Italia di determinare le scelte internazionali. La pace è frutto anche della pazienza e dell'intelligenza nel tenere conto di molte idee e di contribuire ad orientarle verso il confronto e non verso lo scontro. La pazienza intelligente è spesso silenziosa e poco spettacolare, per questo ci vuole coraggio a praticarla in politica.


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27 settembre 2002
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