IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 18 settembre 2002

La Margherita deve caratterizzarsi come il partito del coraggio
La guerra: una scorciatoia solo apparentemente definitiva
Le sofferenze delle persone non possono essere ridotte ad "effetti collaterali"


Parlare di Margherita, caratterizzare il nuovo partito dando un senso alle esperienze che lo hanno voluto e alle risposte che la società complessa di oggi attende dalla politica, significa avere coraggio: fare scelte di coraggio.
Sebbene sembri più semplice affrontare la realtà con scelte apparentemente definitive, esse possono rivelarsi scorciatoie solo apparentemente più facili, ma non risolutive e soprattutto persino devastanti riguardo ai problemi complessi. La scelta della guerra può avere questa drammatica conseguenza.
Inoltre, la triste aspettativa che a pagare con tragiche sofferenze sarà ancora di più un popolo stretto già da anni nella morsa dell'embargo mi pare contraria ad ogni più minuto senso di civiltà, per il quale noi occidentali ci vantiamo di essere elevato esempio.

Franco Lenarduzzi

Risponde Tino Bedin
Le sofferenze delle persone non possono essere considerate da nessuna civiltà "effetti collaterali"; tanto meno esse possono essere utilizzate da società democratiche come strumento di pressione o di conflitto. Invece uno degli strumenti della "guerra preventiva" sembrano essere proprio le "sofferenze" (morti, distruzioni, esodi...), provocate per togliere consenso al governo che si vuole abbattere. Il risultati sono stati quasi sempre opposti: difficilmente un "liberatore" con le bombe si fa amare.


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27 settembre 2002
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